venerdì 19 Aprile 2024
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Aspettando il Giubileo: la tavola della papessa Giovanna

Aspettando il giubileo di dicembre, continua il nostro viaggio nella storia dei papi e del loro rapporto con la buona tavola: dopo Clemente VII, Bonifacio VIII e Martino IV, adesso tocca alla scandalosa, coraggiosa, anticonformista Papessa Giovanna

Papessa Giovanna (855-858), una donna sul Soglio di Pietro

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C’è o non c’è? Di questa donna-papa che ci intriga guardandoci dai tarocchi nella figura della Sapienza non c’è traccia nei sacri documenti ufficiali di Storia del papato. Però, fin dall’anno Mille, la Papessa ha suscitato nell’immaginario collettivo fantasie e leggende sempre più ricche di immagini suggestive e particolari scabrosi. Anche Giovanni Boccaccio nel suo De Mulieribus Claris la ricorda, nel capitolo 101 «per elegante aspetto, profonda sapienza e grande vita». Ciò mi fa pensare che qualcosa di vero nella sua presenza sul trono di Pietro potrebbe esserci. Si sa che la Papessa Giovanna, alias Giovanni VIII si perse per amore e che la sua tragica fine, segnata dal parto in pubblico durante la processione di Pasqua, scatenò l’ira dei fedeli, lo scandalo della Chiesa e mille feroci congetture. La si vide come l’incarnazione del Diavolo che aveva cercato di corrompere il papato, si accusò la sua smodata passione per i cibi afrodisiaci di aver indotto lei e il suo amante al peccato.

papessa 2

Johana, o Agnese, o Gilberta, figlia di un monaco greco e di Jutha, allevatrice di oche di origine inglese, nacque a Magonza (Germania) e fu educata alla teologia. A 12 anni – innamorata persa di un giovane benedettino – travestitasi da chierico lo seguì in Oriente e poi ad Atene. Qui si distinse per l’eloquenza, la straordinaria cultura teologica e la forza dialettica. A Roma, dove giunse sempre sotto mentite spoglie, preceduta dalla sua fama di uomo sapiente e rispettato, aprì una scuola di teologia. Godeva della stima di molti che ammiravano questo giovane ecclesiasta dall’aria seria e misteriosa, dal portamento austero ed elegante, ma pieno di una grazia quasi divina nel modo di porsi.

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Negli anni del papato di Leone IV, Roma era non solo la capitale della Cristianità, ma punto di riferimento degli Imperatori d’oltralpe. Qui venivano a rendere omaggio al Pontefice, ma anche a farsi incoronare, accolti, insieme al seguito, dalla squisita ospitalità papale che si esprimeva anche con fastosi banchetti in cui si eccelleva per qualità e quantità di cibi cucinati con sapienza secolare e varietà e scelta di vini d’annata. In quest’ambiente cosmopolita la figura del serio misterioso coltissimo chierico riuscì a distinguersi ed a raggiungere facilmente la carica di Primo Notaio della Curia. Da qui al Soglio di Pietro il passo fu breve. Tutti erano affascinati e convinti che quel giovane religioso, così dotto e preparato teologicamente, ma anche così raffinato e perfetto nell’indossare preziosi paramenti intessuti d’oro e d’argento, sarebbe stato all’altezza dell’alto ministero papale. Così, alla morte di Leone IV, non ci furono dubbi. A furor di Curia, fu acclamato col nome di Giovanni VIII.

E Giovanni/Giovanna VIII fu davvero all’altezza del suo prestigioso compito, sia nella gestione delle dispute teologiche che nel compimento dei doveri pastorali, mantenendo alto – come il suo predecessore – il livello istituzionale della Corte pontificia, anche per quanto riguardava la tavola. Anzi, con questo nuovo papa/papessa si cominciarono ad apprezzare i cibi esotici portati dall’Oriente, l’uso delle spezie, delle erbe aromatiche e corroboranti come la rucola, della stimolante frutta secca e del miele al profumo di fiori e dei vini resinati e corposi. Con la sua vigile, autorevole passione, anche negli incontri conviviali il papa/papessa era sempre presente dispensando paterna benedizione agli ospiti, accompagnato dal fedele bellissimo segretario. Glielo aveva assegnato la Curia per aiutarlo in tutte le funzioni amministrative, ma anche in quelle banali e pratiche come la vestizione di pesanti complicati paramenti del cerimoniale. Fu così che al giovane prete si svelò la vera natura del Papa Giovanni VIII alias Giovanna. Invece di denunciarla… ne divenne appassionato caldo amante. Così, dopo nove mesi, durante la solenne processione di Pasqua che prevedeva il passaggio tra la folla festante, del Papa benedicente, a cavallo, tra S.Giovanni in Laterano e S. Pietro, ci fu un colpo di scena. Il troppo entusiasmo, le troppe urla di giubilo dei fedeli fecero imbizzarrire la cavalcatura e il Pontefice, nello sforzo di mantenersi in sella…. partorì un bel maschietto.

palpatio

Ira, scandalo, anatema. Il popolo inferocito lapidò a morte la madre e il bambino che furono sepolti, insieme, in un luogo segreto. A Roma però c’è un vicolo chiamato “della Papessa” qui in un edicola abbandonata si può intravedere l’immagine sbiadita di una Madonna col bambino. Sarà un caso? Sgomenti per lo scandalo, atterriti dall’idea che potesse ripetersi il caso Papa/Papessa, riuniti in Concistoro, gli alti prelati vaticani stabilirono che da allora in poi il neoeletto Papa avesse dovuto sottoporsi ad uno speciale esame esplorativo, chiamato palpatio, che ne avrebbe accertato, senza alcun dubbio la virilità dichiarando: Coram populo: virgam et testiculos habet!

Papa Benedetto III, che successe alla sfortunata papessa Giovanna, fece cancellare il suo nome dai registri della storia e dunque, la sua memoria. Però… nel Duomo di Siena, in alto, tra le arcate, tra la serie dei papi romani , c’è ancora l’immagine marmorea di Giovanna/Giovanni VIII che entra così nella storia, nella leggenda, nel mito, nella fantasia.

La ricetta: Ostriche per la Papessa Giovanna

ostriche

Ricetta golosa ed un po peccaminosa, in cui si allude al potere afrodisiaco delle ostriche, alla paprika, eccitante che le esalta ed al vino Riesling che ci rimanda alla terra d’origine della papessa, la Germania.

Ingredienti per 4 persone: 20 ostriche freschissime, un po di burro, un pizzico di paprika 1/2 bicchiere di vino bianco secco probabilmente Riesling.

Pulire bene le ostriche, sbarbando i gusci. Sistemarle in un tegame largo e basso e porle sul fuoco vivo. Appena le valve si saranno aperte, ritirarle e metterle in una padella dove il burro sta soffriggendo, rigirarle rapidamente senza farle asciugare troppo. Gettarvi sopra 2 cucchiai della loro acqua e il mezzo bicchiere di Riesling. Sale e pepe q.b. Ritirarle dal fuoco. Rimetterle nelle loro valve, disporle su un lungo piatto da portata, spolverarle con la paprika. Servire il tutto ben caldo. Gustare con un pensiero alla scandalosa, coraggiosa, anticonformista papessa Giovanna.

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