Troviamo su Facebook la foto-denuncia (tra il serio e il faceto) che mostra un’ombrina di Orbetello dall’aspetto non propriamente invitante. Ma la vera sorpresa è quando sull’etichetta leggiamo che l’animale sarebbe stato…. “allevato a tranci”. Ohibò
Ok, a vederla così avvolta nella sua pellicola senza pvc non ispira proprio grandissimo appetito. Ed è per questo motivo che su Facebook un utente ha pubblicato la foto in alto, che rappresenta un’Ombrina di Orbetello – maremma toscana – in vendita alla Coop a 19,90 euro al chilo. A muovere qualche perplessità sul web era forse la forma del trancio, tale da far scherzosamente parlare di “specie aliene”. In realtà c’è un altro aspetto che ha attirato la nostra attenzione: insieme al prezzo, al codice a barre e ai dati sulla tracciabilità, sull’etichetta della confezione c’è infatti una dicitura un po’ bizzarra. Eccone un ingrandimento:
Già: Ombrine di Orbetello allevate a tranci. Beh, conoscevo diversi metodi di allevamento ittico (per i curiosi, ecco la relativa pagina Wikipedia) ma francamente non immaginavo che il pesce si potesse allevare direttamente a tranci. Una bella comodità, certo, soprattutto per questioni di packaging e logistica. Ma viene da immaginarsi la reazione di un pescatore che, lenza alla mano, tira su un trancio di ombrina o di qualche altro animale. A meno che – è giusto valutare tutte le possibilità – l’Ombrina in questione non sia stata allevata proprio ad Orbetello bensì a Tranci di Madrignano, frazione che fa parte del comune di Calice al Cornoviglio, in provincia di La Spezia, regione Liguria. Ipotesi remota? Già, in effetti forse è più plausibile che l’Ombrina sia cresciuta direttamente a fette in un allevamento di Orbetello…
Ah, per chi se lo stesse chiedendo, ecco com’è fatta un’ombrina di foggia più tradizionale, o quantomeno allevata (ad Orbetello o meno) secondo i buoni, sani vecchi metodi.