venerdì 26 Aprile 2024
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Storie di liquore: la prima distilleria italiana solo di gin e lo sbarco in Europa del 24K Jinjiannan

Da un lato nasce a Firenze la prima distilleria italiana esclusivamente dedicata al gin, il Podere Castellare di Pelago, e dall’altro sbarca in Europa il 24K Jinjiannan della cinese JNC, major nella produzione dei liquori mondiali

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Davide e Golia. Per fortuna non è un confronto, ma rappresentano due novità interessanti nel mondo della mixology di qualità. Una riguarda la piccola produzione di una distilleria italiana – l’ecoresort Podere Castellare di Pelago, che dà vita al Peter in Florence, il primo London Dry Gin prodotto solo con ginepro e petali di giaggiolo made in Tuscany – invece l’altra lo sbarco a Tuttofood del gin cinese più amato, il 24K della Jinjiannan. Eccole:

Peter in Florence, il gin made in Tuscany

distilleria italiana

Solo ginepro e petali di iris toscani da agricoltura biologica, acqua del pozzo, purificata e trattata per osmosi, spezie certificate e un alambicco realizzato ad hoc: nasce a Firenze la prima distilleria in Italia esclusivamente dedicata al gin. È il Podere Castellare di Pelago, eco-resort adagiato sulle colline fiorentine, la casa base di Peter in Florence, primo London Dry Gin prodotto con ingredienti quasi esclusivamente toscani (fatta eccezione per alcune botaniche non reperibili in Italia), laddove crescono le migliori materie prime per l’aromatizzazione del gin. Il Podere Castellare di Pelago diventa così la prima micro-distilleria specializzata d’Italia, ma anche un laboratorio dedicato al gin a 360 gradi, dove è possibile vedere e cogliere le erbe utilizzate nella produzione (che crescono in un orto botanico attorno al casolare), fare formazione sul prodotto e degustazioni guidate. La prima è in programma domenica 7 maggio alle ore 13, nell’ambito della Florence Cocktail Week, un pranzo esperenziale in cui le portate si ispirano a fiori e spezie del gin e il distillato si sposa ai sapori sotto forma di cocktail.

Peter in Florence mette al centro l’iris, icona della città, di cui vengono utilizzati non solo la radice, come da tradizione, ma anche i petali, cosa ben più rara. È un gin classico, in osservanza alle regole del London Dry Gin, ma innovativo, anche per l’uso delle 14 botaniche (oltre al ginepro e all’iris, la scorza di bergamotto fresca, quella di limone essiccata, i semi di cardamomo verde, le bacche di rosa, i fiori di lavanda e di rosmarino freschi, più la radice di angelica dalla Francia, la corteccia di cassia dalla Cina, il coriandolo dal Marocco, le mandorle amare dalla Spagna e i grani del Paradiso dall’Africa Occidentale). Sebbene il 47% del ginepro utilizzato nell’industria del gin provenga infatti dalla Toscana – tra Firenze e Arezzo – ad oggi non sussiste un luogo dedicato al gin. E non esiste in Italia una distilleria esclusivamente dedicata: spesso il gin viene distillato in luoghi di produzione mista (ad esempio dove si produce la grappa), oppure Oltremanica, seppur con botaniche italiane.

distilleria italiana

Per la produzione di Peter in Florence, invece, è stato ideato uno speciale alambicco, realizzato in esclusiva da Green Engineering. Si tratta di una versione ridotta dello storico alambicco Carterhead utilizzato per la produzione di alcuni tra i migliori gin al mondo. Il design mantiene quello originale del 1831, ma le caratteristiche tecnologiche lo rendono all’avanguardia, unico in Italia, permettendo di controllare con un altissimo grado di precisione tutti i parametri fondamentali della distillazione, quali il grado alcolico, densità e temperatura, garantendo una elevata qualità. Si tratta anche dell’unico alambicco in Italia che utilizza l’infusione a vapore, permettendo una estrazione più delicata e naturale di olii essenziali e aromi.

Il liquore 24k Jinjiannan

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Al Tuttofood di Milano la major cinese JNC, tra i colossi mondiali della produzione di liquori (300 milioni di fatturato  10mila dipendenti), presenta per la prima volta in Europa il 24K Jinjiannan, con cui – dopo aver comprato l’Inter e il Milan e colonizzato un intero quartiere di Milano – la Cina vuol portare nel Bel Paese anche il suo fiore all’occhiello alcolico, il liquore scelto dalla corte della dinastia Tang Dynasty – Guo Shi Bu e ora il più venduto in patria, blend di cinque tipi di grano, lasciato fermentare in botti secolari per anni, prima di essere servito nei tipici piccoli bicchieri di porcellana blu.Rinnovato il packaging, il liquore mantiene l’antico sapore e la formula segreta di allora, supportato da una delle aziende più importanti in Cina. Il 24K Jinjiannan è infatti della stessa scuderia del più famoso Jiannanchun, una delle pietre miliari della cultura del buon bere cinese. Lasciato fermentare in botti secolari e fatto riposare per anni col fine di creare un perfetto blend di sapori, concentrando le caratteristiche e lo stile in note decise, pulite ed eleganti al palato, dal profumo duraturo e piacevole, il 24K Jijiannan sarà il degno successore del Jiannanchun, il più famoso liquore nazionale per secoli, premiato da centinaia di medaglie d’oro.

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