giovedì 25 Aprile 2024
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I due piatti “molto simili” dell’Enoteca Le Barrique: cronaca di una cena dimenticabile

Abbiamo assaggiato un paio di piatti dell’Enoteca Le Barrique, in San Frediano, a Firenze. Peccato che – al di là delle materie prime, rispettivamente anatra e polpo – le due portate fossero praticamente uguali nella composizione. Cronaca di una cena non memorabile

Nel girovagare per ristoranti capita di imbattersi in serate memorabili, in piatti da gustare a 360° e da ricordare. Poi ci sono altre serate, in cui magari non proprio tutto fila per il verso giusto. Ecco, stavolta raccontiamo una di queste (rare) situazioni. Iniziata non benissimo, perché telefoniamo per prenotare un tavolo all’Enoteca Le Barrique in San Frediano – era un sabato di metà marzo – e ci vediamo costretti a cenare alle 19,30 perché “poi siamo sempre pieni”. Ok, allora, in fondo è sabato sera: vada per le 19,30.

enoteca le barrique

Arrivo all’Enoteca le Barrique, mi metto a sedere e ordino. Alle 19,30 ci sono solo io e un altro tavolo. “Beh, se era tutto pieno arriverà certamente qualcuno a stretto giro” penso tra me e me. Macché: fino alle 20,35 non un’anima. Ma non è questo, ad attirare la mia attenzione al momento di mettersi a tavola. A colpirmi sono soprattutto le bottiglie con le candele: quella al mio tavolo, in particolare, porta i segni di decine e decine di candele consumate. Orpello carino, non c’è che dire, però c’è un aspetto che mi incuriosisce. Lo osservo più da vicino:

IMG_6963

La cera della candela, scivolata fino al piattino, è un tutt’uno con la tovaglia. Il primo pensiero, impossibile, corre a quanto tempo sia stato necessario per costruire quella sorta di stalagmite. Se la cera ha avuto il tempo di calare dalla bottiglia, creare un monticello sul bordo del piattino in ceramica, da lì addirittura cadere sulla tovaglia e – goccia dopo goccia – fondersi con quella sgocciolata sul piattino, non dev’essere passato proprio poco tempo. La tovaglia però è pulita. Potrei pensare “Da quanto tempo è qui questa tovaglia, se la cera ha avuto il tempo di creare questa ‘scultura’ di almeno 4 centimetri?”. Poi opto per una spiegazione più conciliante, anche se non proprio convincente: magari uno spostamento improvviso della bottiglia ha fatto cadere parecchia cera liquida, che in poco tempo si è solidificata creando questa situazione.

enoteca le barrique

Mentre rimugino, scelgo un vino al calice. Prendo un bianco da sei euro, ma resto abbastanza interdetto quando vedo in carta vini fino a 10 euro al bicchiere, specie perché non si parla di Ornellaia o Sassicaia. Ma il meglio doveva ancora venire. Ordino dalla carta degli antipasti un polpo saltato in padella con verdurine assortite da 12 euro, che arriva dopo un po’ (foto in alto). Per secondo passo a un petto d’anatra con miele, tartufo e verdurine (foto in basso) da 22 euro.

enoteca le barrique

Ebbene, magari la colpa è mia che ho ceduto all’istinto salutista ordinando due piatti con verdurine, ma la sorpresa non è stata poca quando mi sono visto portare due piatti simili, molto simili, praticamente identici (se non fosse per la materia prima adagiata sulle verdurine). Zucchine, pomodori ciliegini, peperoni e spinaci, con la spolverata di pepe (o sale, dipende dai grani) nero. L’unica variante è la glassa di aceto balsamico sul tentacolo di polpo, assente sull’anatra. Dico io: in tutto il ristorante ci siamo solo io e un’altra coppia. Ergo, tra cucina e sala non era poi così difficile evitare che allo stesso tavolo arrivassero due portate così simili. Dell’Enoteca Le Barrique resta il ricordo di un conto non proprio economico (più di 45 euro), due piatti-fotocopia, una cena in orario inconsueto e – come un tarlo – la curiosità di sapere come ha fatto la cera a formare quella scultura sulla tovaglia….

***Aggiornamento***

Ho ricevuto una mail dal titolare, che mi fa notare alcune imprecisioni. Eccola:

Ho casualmente letto la sua garbata e sarcastica recensione sul mio locale e mi scuso se non sapevo neanche l’esistenza del suo Blog. Non le nego che il suo articolo-recensione mi ha colpito ed un po’ ci sono rimasto male, anche se su alcune cose ha ragione. Nostra imperdonabile svista la tovaglia assolutamente pulita ma accidentalmente imbrattata da una copiosa colata di cera che capita quando la fiamma appiccia le vecchie candele, provocando un effetto “vulcano” molto suggestivo. Abbiamo preso la sua prenotazione alle ore 19.30 e non 19.00 come da lei sostenuto, prima siamo chiusi proprio perché eravamo al completo. Le persone sono arrivate tutte ed anche di più grazie a Dio e le sue allusioni sul locale vuoto sono state un calo di stile che ha messo in evidenza più un pizzico di antipatia che di serena volontà di recensire in modo neutro. Su questo punto si è ripetuto per questo mi permetto di farglielo notare.  I piatti che lei dice identici in realtà, e lei lo sa bene, non lo sono! Di simile hanno l’ accompagnamento di verdure,a casa mia verdure son verdure e la stagione questo ci offre! Il Pepe nero è sale nero, ma Marco che errori mi fa? Il prezzo dei vini? se trova un calice di Sassicaia o Ornellaia a 10 Euro mi chiami corro con altri miei colleghi sommelier a farmene almeno 5 bicchieri ops l’equivalente del contenuto di una bordolese! allora Sassiacaia a 50 euro??? La prego mi tenga informato dove fanno queste offerte!!! Ha ragione ha proprio ragione, ma stavolta il suo stile è caduto un po’ si è fatto prendere dalla rabbia perché una personalità del suo spessore non ha trovato il tavolo che voleva all’ora che voleva di sabato sera prenotando all’ultimo. si presenti la prossima volta magari intimoriti dei suoi giudizi le daremo il tavolo migliore. Mi piacerebbe avere diritto di replica ma i blog sono il rifugio di chi si crea spazi esclusivi dove articolare monologhi. Mi contatti pure sono a sua disposizione anche la notte!
Buona serata,

Ed ecco la mia replica:

Non è esattamente vero che i blog non concedano diritto di replica. Magari non tutti, ma io – avendo una formazione giornalista – preferisco un confronto aperto e diretto. Ecco perché pubblicherò le sue repliche.
Inizio intanto qui:

  • non c’è problema sul fatto che non conoscesse il Forchettiere: in fondo le 15mila visite medie mensili possono essere migliorate ed è ciò su cui sto lavorando
  • diamo a Cesare ciò che è di Cesare: la prenotazione era per le 19,30 e ho subito corretto l’orario nel post
  • bene che le persone che avevano prenotato siano arrivate, ma ciò dev’essere avvenuto dopo le 20,40. Dalle 19,30 fino a quell’ora c’ero io e un altro tavolo, è un dato di fatto che si evince anche dalla foto pubblicata. Ma in questo non voleva esserci alcuna allusione particolare o considerazioni sulla capienza del locale in sé, ci mancherebbe.
  • non c’è alcuna antipatia, glielo assicuro. Come tutte le volte che scrivo, non c’è nulla di personale. È solo un dato di fatto: vengo alle 19,30 perché poi è tutto pieno, esco alle 20,38 e nel locale non c’è ancora nessuno.
  • non ho difficoltà ad ammettere e correggere imprecisioni (vedi orario) ma sui piatti credo che ci siano pochi margini. Come ho scritto, cambia la materia prima ma l’impiattamento varia giusto la glassa d’aceto mentre le verdure sono esattamente le medesime. Avendo così poche persone, lo chef avrebbe potuto modificare un minimo…
  • sul pepe/sale posso darle ragione: è trascorso del tempo tra la visita e la scrittura, ci sta che i grani scuri fossero sale anziché pepe. Non ne approfitti, però. “Che errori mi fa” lo ammetterei se non distinguessi la maionese dal ketchup, ma tra sale nero e pepe nero direi che la gravità dell’errore si assottiglia parecchio. 🙂
  • legga con attenzione, tra un’ironia e l’altra: in carta c’erano vini fino a 10 euro al bicchiere e ho scritto che la cosa mi ha colpito perché NON si parla di vini del calibro di Ornellaia o Sassicaia. Va da sé che non avrei battuto ciglio per quella cifra pagata su quei vini e/o in un locale stellato. Non mi aspettavo invece prezzi a doppia cifra per vini buoni sì ma non di livello apicale.
  • insiste sulla mia presunta rabbia, ma le assicuro che non c’è traccia di tutto ciò. Se legge bene, ho scritto chiaramente che era sabato sera e non ho contestato l’essere arrivato alle 19.30 in sé
  • non si preoccupi, continuerò a non presentarmi e a pretendere lo stesso trattamento rivolto esattamente a tutti gli altri avventori. Una “personalità del mio spessore” è andata nei peggiori locali di periferia, per raccontarli, sempre col sorriso sulle labbra e la mente sgombra.

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