La catena internazionale di alberghi di lusso Four Seasons (che in Italia ha un hotel a Milano e uno a Firenze) ha scelto tre ristoranti fiorentini come “suggerimenti” per i suoi clienti: nel capoluogo toscano sono stati selezionati l’Enoteca Pinchiorri, Sabatini e la Buca Lapi.
Non è proprio il riconoscimento di una guida gastronomica, ma non è detto che alla fine il valore economico e di prestigio non sia addirittura superiore a forchette, stelle, cucchiai o cappelli. Soprattutto perché la promozione arriva da un colosso come Four Seasons International, che in fatto di coccolare i propri ospiti la sa lunga. E così scopriamo che a Firenze, dove pure il Four Seasons ha un ristorante interno (“Il Palagio”, ndr) con uno chef del calibro di Vito Mollica e un pasticciere come Domenico Di Clemente, la catena ha scelto tre strutture cittadine come suggerimenti per i propri clienti. Si tratta di locali ovviamente di livello medio-alto, selezionati non tanto o non solo in base alla fascia di prezzo ma soprattutto al tipo di esperienza gastronomica proposta.
I locali scelti sono l’Enoteca Pinchiorri (via Ghibellina), Sabatini (via Panzani) e la Buca Lapi (via del Trebbio). Ristoranti molto diversi tra loro, ma ognuno di essi ha qualcosa di unico che lo distingue da ogni altra proposta cittadina. In estrema sintesi: l’Enoteca Pinchiorri offre una carta dei vini che non conosce rivali e una cucina di altissimo livello, insieme a una cura maniacale per i dettagli nell’accoglienza e nell’assistenza all’ospite; Sabatini è l’unico locale cittadino che ha in carta un intero menù flambé preparato con la lampada d’argento, le sue pareti raccontano 90 anni di storia e sulle sue panche – ricavate da una chiesa sconsacrata – si sono seduti Capi di Stato e di governo. Infine la Buca Lapi, che ha una fascia di prezzo sensibilmente più bassa ma a detta di molti offre la miglior bistecca alla fiorentina della città.
Le lettere su carta intestata del Four Seasons International sono arrivate ai locali nelle settimane scorse. E qualcosa lascia pensare che i titolari abbiano apprezzato questo riconoscimento almeno quanto una stella, un cappello o una forchetta.