E’ una bella sfida anche per gli chef più scafati, abbinare la grappa ai piatti della cucina italiana. Troppo forte il gusto del distillato, spesso soverchiante. Eppure c’è chi incentiva questi accostamenti, come l’istituto di tutela della grappa trentina, e chi raccoglie la sfida della grappa in cucina. E persino chi quella sfida la vince.
Ci hanno provato in tanti, complice anche un “committente” – l’istituto di tutela della grappa trentina, per la precisione – che decisamente sa come investire sul prodotto. Eppure, per gli chef chiamati di volta in volta a ideare e mettere in pratica un intero menù a base di piatti con la grappa, il risultato non sempre è stato lusinghiero o all’altezza delle stelle. Troppo forte il gusto del distillato, spesso soverchiante rispetto ai profumi o ai sapori presenti nel piatto. Ci è piaciuto, invece, l’exploit del giapponese Hiroshi Tachikawa, lo chef dello Zibibbo 2.0, locale di di cui avevamo già parlato su TuscanyPeople.
In alto, sopra e sotto le sue creazioni: in alto, una pasta fresca con zafferano e ragù di coniglio alla grappa; qui sopra, una coscia d’anatra con pere e frutti di bosco; in basso, infine, una tartara di capriolo con gelatina di grappa, due marroni avvolti nel lardo e miele, e un bignè alla crema di formaggio sfumata alla grappa. La grappa trentina legava benissimo con tutti i piatti, senza eccessi ma dando il suo netto contributo alla riuscita delle pietanze.
Hiroshi non è solo, però: i piatti dello Zibibbo 2.0 sono il risultato della collaborazione con gli altri due chef Victoria Anderson e Allen Bernard Cris Padagas, chiamati da Alessandra e Marco Nardi, amanti della gastronomia e ricercatori attenti di prodotti da tutto il mondo. Lo staff di cucina si avvale di una grande sintonia e di un forte spirito di squadra e può contare su una storica collaborazione tra i due chef Tachikawa e Padagas che lavoravano insieme, già da molti anni, al ristorante Cucina Zibibbo.