Sono i dipendenti e gli ospiti della cena di Natale organizzata per quella data dalla maison di moda Stefano Ricci, i trecento fiorentini che festeggiano Natale il 4 settembre. Ecco la storia e i perché di una scelta così singolare
Si fatica non poco a immaginare che lo spirito natalizio possa pervadere chi magari fino a pochi giorni fa indossava infradito e costume da bagno, così come viene difficile non trattenere un sorriso davanti a un menù dove compariranno cappelletti in brodo (per non parlare di pandori, panettone e torrone…) quando fuori fa così caldo che nei negozi non sono nemmeno tornati i cioccolatini. E cosa dire del sottofondo musicale che oscilla tra Jingle Bells e Tu scendi dalle stelle, mentre ancora riecheggiano nell’aria le note del tormentone estivo 2015?
Strano, ma vero. Accade a Firenze, alla Leopolda, dove venerdì 4 settembre i dipendenti e gli ospiti della maison di moda Stefano Ricci celebreranno il Natale nella più classica delle cene aziendali. Oddio, classica magari sì ma forse un po’ in anticipo rispetto al calendario. Chi ha avuto modo di scoprire qualche anticipazione sulla serata racconta dell’allestimento di un campionario perfettamente in stile natalizio, dai cappellini da Babbo Natale per i partecipanti fino ai regali (vuoti) che fanno coreografia, così come di musica e menù rigorosamente a tema. Non si tratta di una novità assoluta, tant’è che – come dimostrano le foto (credit EgonIpse), relative all’edizione di qualche anno fa – il pranzo o la cena natalizia fuori stagione sono ormai una prassi, per la griffe delle Caldine.
Del resto, business is business: per un’azienda luxury come Stefano Ricci – una delle poche realtà nate in riva all’Arno e da qui partite alla conquista del mondo mantenendo intatto il patrimonio di fiorentinità e del saper fare italiano – man mano che ci si avvicina alla fine dell’anno diventa sempre più difficile poter trovare un giorno libero per la cena degli auguri di Natale. Sia per un discorso di produzione, che va intensificandosi all’approssimarsi delle festività di fine anno, sia per una questione di reperibilità dei titolari, senza i quali la festa non può certo tenersi: tanto il presidente Stefano Ricci quanto per i figli (l’amministratore Niccolò e il direttore creativo Filippo) sono spesso in giro per il mondo per affari, impegnati a star dietro a decine di boutique aperte nelle location più prestigiose del pianeta.
E se proprio non è possibile tenere l’appuntamento a ridosso del 25 dicembre, tanto vale anticipare la data. Fin qui nulla di male: da fine novembre in poi, le cene degli auguri rappresentano una costante quasi quotidiana per coloro – autorità, politici, personaggi in vista, direttori di giornale, socialities et similia – la cui presenza al desco viene considerata imprescindibile. La peculiarità, stavolta, è nel contesto. La cura dei particolari e l’attenzione al dettaglio sono due caratteristiche che Stefano Ricci mette in tutto ciò che fa, in fondo. E se cena degli auguri di Natale dev’essere, cena degli auguri di Natale sia fino in fondo. Lo diceva anche Renato Pozzetto: il Natale, quando arriva arriva…