Informandomi su un ristorante aperto da poco, mi sono imbattuto in un menù i cui alcuni piatti mi sembravano abbastanza familiari: una breve ricerca su queste pagine mi ha fatto riesumare gli “originali” che – a onor del vero – sembra abbiano fornito un’ispirazione piuttosto marcata alla struttura che ha appena aperto i battenti
Ci si può ricordare di un piatto assaggiato, anche quando è passato un po’ di tempo. Soprattutto quando è particolare sia per gli ingredienti usati sia per gli accostamenti che propone. Ecco perché quando una lettrice del Forchettiere mi ha segnalato l’apertura di un nuovo locale mi sono incuriosito e – in attesa di visitarlo – sono andato a cercare in rete qualche informazione in più. Su un noto sito di prenotazioni online ho trovato i piatti di questo nuovo ristorante, e passandoli in rassegna mi si è accesa la più classica delle lampadine.
“Questa l’ho già sentita da qualche parte” mi sono detto, cercando di collegare gli ingredienti del piatto al nome del ristorante e – di conseguenza – allo chef. Poi l’illuminazione: si tratta di un ristorante fiorentino che ho recensito qualche tempo fa, ormai circa un annetto, l’Osteria Personale. Tra l’altro, ricordo di aver raccontato nell’occasione almeno uno dei due piatti che mi sono ritrovato adesso sul menù di un nuovo ristorante. Un caso? Un’ispirazione? Un piatto-assaggiato-e-rimasto-impresso? Mah, chi può dirlo… Di certo, non trattandosi propriamente di un rigatone al ragù (o di altri piatti su cui nessuno può seriamente avanzare pretese di primogenitura o copyright di sorta), il dubbio resta: in fondo, il confine tra l’ispirazione, il tributo (volontario o meno) e la copia può essere talvolta abbastanza sottile.
Eccoli, dunque: ho volutamente omesso i nomi dell’altro ristorante. Lo chiamerò “Nuova apertura”