L’ Harry’s Bar di Firenze celebra il suo 63° compleanno regalandosi un volume che ripercorre i momenti, i personaggi e gli aneddoti salienti dello storico American bar nato a Venezia. Un viaggio nella cultura della mixology di qualità, ma non solo
Non solo è vero il detto secondo cui non si finisce mai d’imparare: altrettanto vero è che esistono personaggi e luoghi la cui storia è simile a una cipolla, che velo dietro velo rivela aneddoti e curiosità sempre nuovi, frammenti di un percorso che partendo da Venezia ha attraversato i confini della Serenissima. Al punto che oggi – giusto per sfatare uno dei tanti luoghi comuni – l’Harry’s Bar di Firenze può definirsi l’unico legittimo discendente dall’originale di Venezia. Questa spiegazione, così come la storia dei principali cocktail e della cultura dell’American bar in Italia, sono al centro del volume Harry’s Bar (ed. Clichy) scritto da Alessandro Querci e Roberto Focardi, l’attuale direttore.
I due autori partono dalla storia di coloro che hanno creato l’Harry’s Bar di Firenze e vanno ad incrociare racconti del locale oggi di proprietà della famiglia Bechi con la storia di altri famosi “colleghi” fiorentini e non solo. Si parla ad esempio dei grandi alberghi internazionali, del contesto dei più noti American bar italiani, della rinascita e della moda dell’aperitivo alla fine degli anni ’80 fino all’odierno happy hour e alla musica lounge.
Il risultato è una presa di coscienza, una consapevolezza che l’Harry’s Bar di Firenze ha saputo attraversare indenne mode e rivoluzioni, restando fedele alla sua tradizione e ad una qualità elevata che ne hanno fatto un locale di successo fin dalla sua nascita. Inoltre, nel contesto in cui è inserito, il volume è anche una testimonianza che rimescola le carte su alcune circostanze date per certe: si offre una versione alternativa all’origine di cocktail come il Negroni ed il Bellini, e si afferma – documenti alla mano, of course – che l’Harry’s fiorentino sia l’unico vero discendente dall’originale veneziano e che l’Harry’s parigino, nato nel 1911, non sia affatto l’Harry’s originale.
A riprova che l’Harry’s Bar non sia solo un “grande vecchio” da guardare con deferenza c’è il fatto che l’interesse della città è sempre vivo, in riva all’Arno: imprenditori che ancora pranzano sempre allo stesso tavolo, famiglie che si riuniscono la domenica, giovani che tra le eleganti boiseries del piano superiore festeggiano fino a notte fonda le nozze in mezzo agli amici, tra le note del piano bar e i cocktail del bar manager pluripremiato Thomas Martini, uno che ha davvero il destino nel nome.
Harry’s Bar
Lungarno Vespucci 22/r
50123 Firenze
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