Che succede quando tre eccellenze toscane come i motori MotoGP della Pramac, la maestria in cucina degli chef della Enoteca Pinchiorri e i vini di Cecchi si mettono insieme? Il risultato è che le cose belle “chiamano” altre cose belle, e alla fine Danilo Petrucci finisce persino sul podio
Col senno di poi, qualche appassionato di retro-pensiero leggerà i segni di una storia che non sarebbe potuta andare diversamente: se le cose belle chiamano a sé altre cose belle, infatti, l’unione per un giorno di tre eccellenze toscane – i motori della Pramac, unica scuderia toscana a gareggiare in MotoGp; la maestria degli chef dell’Enoteca Pinchiorri, tre stelle Michelin; i vini della cantina Cecchi – non poteva che attirare a sé altra positività, col risultato che alla fine il pilota della Pramac Daniele Petrucci (in alto) è arrivato sul podio, pur partendo dalla nona piazza.
Ma procediamo con ordine, che la storia merita di essere raccontata sin dall’inizio. Tutto risale a un anno fa, quando il caso mise di fronte tre appassionati di moto: il produttore vinicolo Cesare Cecchi, l’executive chef dell’Enoteca Pinchiorri Riccardo Monco (uno che la passione per le due ruote la porta persino tatuata sul braccio) e il patròn della Pramac Paolo Campinoti (nella foto in basso insieme a un altro mito della moto, Giacomo Agostini). Tra una chiacchiera e l’altra, venne fuori l’idea di portare – per la prima volta in assoluto, a memoria di Forchettiere – la cucina di un ristorante pluristellato all’interno della zona hospitality dell’autodromo del Mugello.
E così è andata: domenica 4 giugno, in occasione del Gran Premio d’Italia del Motomondiale al Mugello, i tre hanno dato corpo al progetto. Cesare Cecchi ha fornito ai vini, ça va sans dire, affidati alle mani del sommelier di Pinchiorri, Alessandro Tomberli, mentre Riccardo Monco ha pensato – per così dire – a pane & companatico, alla sua maniera. Mentre fuori dal paddock i 120mila del Mugello dovevano magari accontentarsi di un panino bloccati nelle infinite code che seguono il MotoGp, all’interno dell’area Pramac il meglio della gastronomia e dell’enologia italiana celebrava il podio di un commosso Daniele Petrucci.
Dopo un antipasto con terrina di foie gras al caffè, pan brioche e chutney di mango e un altro di ragù toscano e crema di patate, la brigata dell’Enoteca Pinchiorri ha preparato a 33 selezionati ospiti – incluso l’imprenditore Sandro Fratini, nel giorno del suo 64° compleanno – un’entrée di lamelle di ricciola marinata al ginger e basilico, panzanella e sugo alla marinara (foto in alto), accompagnata da un Litorale 2016 Val delle Rose.
A seguire, un risotto ai pistilli di zafferano con scampi, nervetti di vitello e polvere di liquirizia (foto in alto): un piatto estremamente avvolgente, appagante, con la liquirizia a dare quel tocco vagamente esotico. Per questo piatto, Cesare Cecchi ha offerto in abbinamento il Chianti Classico 2013 riserva di famiglia.
Come secondo, Riccardo Monco ha invece scelto una spalla d’agnello arrosto con composta di pomodoro datterino e agretti allo scalogno: raramente mi è capitato di mangiare una carne così tenera e morbida, frutto di una cottura piuttosto lunga (“anche se non a bassa temperatura”, racconta lo chef) che ben si sposa con la componente acida del pomodoro e la freschezza croccante degli agretti.
Per finire, un dolce “griffato” di gianduia di pistacchio di Bronte, cioccolato bianco e frutta: solo apparentemente semplice, il dessert – delicato e gentile – è stato accompagnato da uno champagne Collard Picard selection.
Insomma, il debutto di un ristorante pluristellato nell’autodromo del Mugello non poteva avvenire in un contesto migliore, con la Pramac che può festeggiare il podio del suo centauro di punta, e il duo Cesare Cecchi – Riccardo Monco che hanno celebrato un connubio di eccellenze toscane il cui destino sembra tutt’altro che esaurito con il Gp 2017. In attesa dell’edizione 2018, quindi, non resta che l’ultimo brindisi (foto in alto).
Ps: la quarta delle eccellenze toscane? L’autodromo del Mugello, of course.