Il ristorante Irene dell’Hotel Savoy, in piazza della Repubblica, propone un menù estivo – griffato da Fulvio Pierangelini, ma eseguito da Giovanni Cosmai – leggero ma con alcuni tocchi di cucina toscana, per conquistare gli ospiti dell’albergo con gli evergreen del territorio
A creare il menù c’è l’esperienza di Fulvio Pierangelini, uno dei guru della cucina italiana (a destra nella foto in alto). A realizzarlo ogni giorno c’è Giovanni Cosmai, pugliese. È su questa dicotomia che si reggono le sorti gastronomiche del ristorante Irene dell’hotel Savoy in piazza della Repubblica, a Firenze.
Pensato soprattutto per soddisfare le esigenze degli ospiti del Savoy, Irene – il cui nome è ispirato a quello della moglie di Lord Charles Forte, e madre del fondatore del gruppo alberghiero, sir Rocco Forte (nonché nonna di Lydia e Irene, oggi in prima fila nell’azienda fondata dal padre – non disdegna di strizzare l’occhio anche alla clientela locale, grazie a una cucina di qualità e una location dalle atmosfere vintage, come le sedie e le stampe dei tessuti che richiamano lo stile degli anni ’50 e le tovagliette in carta paglia appoggiate sopra le classiche tovaglie bianche in lino. Se il bar è il cuore pulsante di Irene, il ristorante non sfigura: i piatti creati da Fulvio Pierangelini interpretano la storia culinaria toscana ma la arricchiscono con tocchi raffinati.
È il caso del primo piatto che assaggiamo al ristorante Irene, in un caldo mercoledì di luglio. Si tratta di un carpaccio di ricciola al pistacchio con sorbetto di limone, su una mattonella di sale rosa dell’Himalaya, in carta a 23 euro. Piatto stagionale e contemporaneo, resta impresso per l’equilibrio che riesce a dare in bocca.
A seguire, una rivisitazione della panzanella con l’aggiunta di mozzarella, in carta a 16 euro: altro piatto fresco, estivo, impreziosito dall’olio. Una preparazione che non di discosta in maniera eccessiva dalla ricetta classica, ma che comunque riesce a dare un tocco di modernità a un piatto altrimenti ben radicato nelle corde della tradizione.
Infine, il secondo: un cubo di tonno con salsa di peperoni e verdure croccanti. Un altro piatto gradevole, dalla salatura equilibrata e in grado di gratificare sia la vista che il gusto. Materie prime di qualità – talvolta, nel menù del ristorante Irene, sono riportati nome, cognome e provenienza dei produttori del territorio – e una buona mano si confermano un mix vincente.
Ps: la prima volta che mi avvicinai al ristorante Irene, oltre un anno fa, fu quando – dando un’occhiata al menù di passaggio, quasi da turista – l’occhio mi cadde su un primo di spaghetti al pomodoro, in carta a 30 euro. La cosa mi colpì, non lo nascondo, e andai a cercare su internet qualche informazione in più per capire cosa giustificasse quella cifra. In effetti, quel piatto è un classico di Pierangelini: ci ha studiato, riflettuto, tenuto lezioni. Adesso li ritrovo in carta a 22 euro. Se scendono a 20 quasi quasi vado a provarli….