Non è la prima volta che un ristorante di alta qualità – sancita (anche) dalle stelle Michelin – cede alle lusinghe di piattaforme come Groupon e propone menù degustazione a prezzi stracciati. Operazione di marketing? Certo, ma la qualità e il valore dell’esperienza si pagano
Non sono riuscito a celare una certa perplessità, lo confesso, quando tra le offerte di Groupon – la popolare piattaforma di vendita di beni e servizi con forti sconti – ho trovato la possibilità di cenare in un ristorante stellato con una riduzione di pezzo significativa. Il locale è “I Salotti del Patriarca” di Chiusi (Siena), e l’affarone sta nel fatto di cenare in due con il 45% di sconto, pagando complessivamente 109.90 euro anziché i 200 euro richiesti.
Nel deal sono indicati anche i piatti del menù allestito da Katia Maccari, (che Groupon presenta come chef de La Prova del Cuoco, Atelier de Grandes Dames – Veuve Clicquot 2018, Ambassador Women For Expo – Expo Milano 2015). Nel caso specifico, il menu degustazione comprende a testa:
- benvenuto dello chef
- animelle, spuma di mele, sedano e zafferano
- fusillone ‘‘PastaPanarese’’, battuto d’agnello, ricotta affumicata e carciofi
- vitello da latte, millefoglie di patate, nocciole tostate, salsa al rabarbaro
- pre-dessert
- bavarese al pistacchio, coulis di mandarino, gelato al latte di pecora
- petit four
Seguono le note di rito: servizio e coperto inclusi, bevande non incluse nell’offerta, possibilità di variazioni in base alla stagionalità e alla disponibilità delle materie prime, possibilità di richiedere menu gluten free o vegetariano.
Due riflessioni, una di carattere più matematico e una più… concettuale. In primis, andando a verificare i prezzi sul sito dei “Salotti” scopriamo che lo stesso identico menu proposto su Groupon è presente anche tra le offerte degustazione a 75 euro/persona. E 75 per due fa 150, non i 200 euro che Groupon ci indica come prezzo verificato. Forse il prezzo è aumentato con l’inizio della bella stagione? Difficile, dal momento che l’offerta su Groupon è del 15 maggio (e dura fino a ottobre) e la nostra verifica risale al 23 maggio.
Un altro aspetto, inoltre, può essere oggetto di discussione: è opportuno che un ristorante stellato accetti di offrire cene con sconti così importanti, utilizzando piattaforme che non disdegnano di proporre riduzioni di prezzo fino al 90%? Si tratta di operazioni di marketing, ovviamente, mirate a far conoscere il ristorante a un pubblico che altrimenti non avrebbe la capacità di spesa necessaria. Si tratta anche di un espediente per evitare che alcuni tavoli restino vuoti, il che spesso si traduce automaticamente in un costo per l’azienda. Però è anche vero che oltre ai piatti, dall’amuse bouche al dessert, un ristorante stellato vende anche l’experience, l’atmosfera, lo stile, la filosofia di cucina. Una quantità di atout intangibili che non possono essere (s)vendute per far cassa senza pagare dazio.
Nel mondo della moda ci sono maison che non praticano saldi per scelta – una su tutte, Stefano Ricci – e la volontà è quella di ribadire che il valore di ciò che si acquista resta costante in ogni momento dell’anno, quindi si paga il dovuto per non dequalificare il lavoro che c’è dietro. Spesso lo stesso principio si applica anche al mondo della ristorazione, ma evidentemente con alcune eccezioni. Cercando precedenti in rete abbiamo notato che il caso dei “Salotti del Patriarca” non è isolato, con buona pace di chi nei ristoranti giustifica prezzi a due zeri con l’unicità dell’esperienza, la ricerca delle materie prime e così via.
Non vogliamo nemmeno prendere in considerazione l’idea che in questa situazione i ristoranti stellati in saldo servano porzioni più piccole o di qualità non all’altezza: sarebbe un autogol, un boomerang talmente marchiano da sfociare nell’epicità. Ognuno è libero di decidere da sé la propria politica dei prezzi, sia chiaro, ma se si trasmette il messaggio che il valore economico di ciò che si propone può essere abbassato o rialzato ad libitum, beh, poi non ci si può stupire delle conseguenze. Una su tutte: cosa penseranno gli altri clienti del ristorante? Non solo gli habitué, ma magari chi ha avuto la sorte di visitare quel locale poco prima di scoprire il deal su Groupon, spendendo de facto il doppio. Un giramento di scatole, da parte loro, appare legittimo e tutt’altro che censurabile.