giovedì 25 Aprile 2024
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Ristorazione, il 2018 è l’annus horribilis: si spende, ma in Italia hanno chiuso oltre 26mila locali

Una recente ricerca mostra che, nonostante la spesa nei ristoranti italiani tocchi punte da record (85 miliardi spesi), il saldo negativo tra le attività aperte e quelle cessate nel 2018 è il più alto degli ultimi dieci anni: -12.444

È una fotografia piena di ombre e luci, quella che disegna il panorama della ristorazione italiana: come conferma l’indagine di RistoranteTop su dati Coldiretti e Movimprese, se da un lato il 2018 ha fatto segnare il record di consumi nei ristoranti con 85 miliardi di euro, sul piano dello stato di salute delle attività ristorative si è registrato il saldo negativo più corposo degli ultimi dieci anni. Il numero, in particolare, è la differenza tra le imprese avviate (13.629) e quelle cessate (26.073): il saldo è di -12.444, quasi il doppio rispetto ai -6.796 del 2008.

L’analisi è parte del “Rapporto RistoratoreTop 2019” che verrà presentato il 12 marzo in occasione del primo Forum della Ristorazione al Palacongressi di Rimini e fotografa nel 2018 una spesa per pranzi e cene fuori casa al massimo storico, pari al 35% del totale dei consumi alimentari degli italiani. Il 22,3% della popolazione ha mangiato fuori almeno una volta a settimana, in prevalenza giovani sotto i 35 anni (33,8%).

L’incrocio di questi due record fa del 2018 un anno buio per la ristorazione italiana – spiega Lorenzo Ferrari, amministratore di RistoratoreTop – perché indica quanto la spesa per mangiare fuori casa sia distribuita su un numero sempre minore di locali e quanto molti ristoratori non siano stati in grado di leggere e interpretare i recenti cambiamenti economico-sociali e tecnologici o gli stravolgimenti nelle abitudini alimentari, soprattutto dei più giovani. Il consumatore italiano Under35, ad esempio, cucina sempre meno a casa e, quando esce, va speso alla ricerca di nuovi sapori o di esperienze particolari, complice il proliferare di ristoranti che contaminano e mescolano le tradizioni di diverse aree del mondo e di locali che attorno al cibo, mediamente di alta qualità, hanno saputo costruire una forma di intrattenimento e di coinvolgimento del cliente per stupirlo e fidelizzarlo. Occorre che i ristoratori ne prendano consapevolezza per stare al passo con il mercato”.

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