La Prosciutteria di via dei Neri, a Firenze, raddoppia e apre anche in San Frediano con una specializzazione su crudi e bollicine, e rivela – negli arredi e nel menù – un certa predisposizione a stupire. Ecco come
No, non è qualcosa che si mangia né è parente del wurstel. La Wunderkammer (qui per approfondimenti) è un particolare ambiente in cui, in passato, i collezionisti erano soliti conservare raccolte di oggetti straordinari per le loro caratteristiche. Ebbene, una Wunderkammer è ciò a cui si avvicina molto La Prosciutteria che ha da poco aperto in San Frediano, oltre a quella storica in via dei Neri. Il locale – aperto tutti i giorni dalle 11 all’una di notte – è il 12° della catena creata da Dario Leoncini, nata a Firenze e allargatasi nel resto d’Italia (Milano, Bologna, Siena, Brescia, ecc…). Ma qui c’è una particolarità: all’interno ci si guarda intorno scoprendo decine e decine di complementi d’arredo a dir poco particolari, in grado di trasportare in una dimensione onirica d’antan.
Esagerati? Giudicate voi: c’è il bambolotto che penzola dal soffitto sopra al bagno, la cui porta si apre con una carrucola azionata da un bottiglia a far da contrappeso; c’è il cerbiatto con extensions platinate e una collana di perle; ci sono i pupi siciliani, vecchie confezioni di Plasmon e Mellin, foto di papi e numeri di fumetti anni Settanta (non vedevo una copia di Geppo da anni, mi sono commosso).
Il locale di Borgo San Frediano è frutto del restauro di una vecchia bottega, con soffitti d’altri tempi e mattonelle di fine Ottocento alle pareti, sponde di letti in bandone formano i divani, una nicchia illuminata contiene tanti vecchi strumenti di lavoro dei bar come le formine per i ghiaccioli e al muro pende una antica gancera in bronzo con prosciutti di tutti i tipi e per finire il bagno, una chicca con la rubinetteria in ottone di un albergo trasformata in lampade. Insomma, si va per mangiare e si resta per scoprire un piccolo mondo antico.
A raccontare la filosofia de La Prosciutteria è proprio il titolare, Dario Leoncini: “La Prosciutteria di Borgo san Frediano è la naturale evoluzione di quella di Via dei Neri e di tutto il franchising che ne è scaturito: un punto di ritrovo gioviale ma di qualità per gli amanti della ‘ciccia cruda’ e delle bollicine. Non abbiamo fatto altro che mettere indietro la macchina del tempo e portare in giro per l’Italia quella che erano le vecchie botteghe alimentari, le pizzicherie, osterie di un tempo, insieme all’atmosfera che si respirava grazie agli arredi. Lo hanno fatto prima di noi gli artisti fiorentini della moda e noi – conclude Leoncini, che dà lavoro oltre 100 dipendenti – proviamo ad essere se non artisti del cibo quantomeno artigiani”.
Il nuovo progetto non rinnega taglieri e schiacciatine, ma lo integra con una offerta più ampia di tartare, carpacci, spumanti e cocktail vintage-style per incontrare le richieste di un pubblico più vasto, sia per fare aperitivo o cenare sia semplicemente per passare un dopocena nel quartiere giudicato più cool del mondo. Oltre alla classica offerta di prosciutti tagliati al coltello come la Cinta, il Grigio, San Daniele, l’Abruzzese, il Norcia, il Padano Pesante e il Patanegra di Jabugo stagionato 3 anni, l’offerta comprende anche carpacci di Chianina, Black Angus, Cinghiale, Waygu, Cervo, Oca marinati o affumicati, da accompagnare con una gamma di 120 etichette tra vini e bollicine per tutte le tasche.
A impreziosire il tutto, una collaborazione Doc, quella con lo chef Edoardo Tilli (Podere Belvedere), che per La Prosciutteria d’Oltrarno ha ideato una serie di piatti tra cui – nella foto in alto – la tartare di manzo alla… cannabis. In linea con quell’essere fuori dagli schemi che contraddistingue il locale di San Frediano.