In tempi di stop forzato, Paolo Gori (Burde) e Cristiano Savini (Savini Tartufi) hanno trovato il modo di fare business unendo il proprio know how per creare una linea di 14 prodotti tipicamente toscani destinati al mercato italiano ed estero
Se c’è una cosa che la pandemia a molti ha dato, anziché togliere, è stato il tempo. E il tempo, per chi sa farlo fruttare, è denaro. Chissà se Cristiano Savini e Paolo Gori hanno ripensato alle illuminate parole di Lisa Simpson, quando diceva che i cinesi usano lo stesso termine per “crisi” e “opportunità”. Sta di fatto che il titolare dell’omonima azienda di tartufi e lo chef della premiata trattoria Da Burde hanno approfittato dello stop forzato per realizzare un progetto che altrimenti sarebbe probabilmente rimasto a prendere polvere nei rispettivi cassetti dei desiderata.
Ciò che hanno realizzato i due è in effetti un eccellente esempio di cooperazione imprenditoriale, una liaison che punta a fare business unendo non solo il rispettivo know how (ok, ho finito il bonus e la smetto con i termini stranieri….) ma anche offrendo all’altro ciò che gli mancava per realizzare da sé il progetto.
Paolo Gori ha messo sul piatto – rectius, in pentola – salse, sughi e ragù tipici della tradizione toscana, mentre Cristiano Savini ha pensato al resto: confezionamento, certificazione, stoccaggio, distribuzione e vendita, sia in Italia che all’estero. La partnership nasce dall’idea di Cristiano Savini, quarta generazione alla guida di Savini Tartufi, di proporre ai suoi clienti una linea di prodotti di qualità una volta tanto senza il tartufo. Allo stesso tempo lo chef, dopo l’esperimento del barattolo di seppie in zimino con Bonverre, ha capito che i suoi sughi avrebbero avuto successo anche lontano da via Pistoiese.
Ed è così che sono nate le prime 14 referenze, prodotte in circa 150mila esemplari, che seguiranno i canali di distribuzione e vendita già ampiamente rodati dal mondo Savini Tartufi. Non mancano il baccalà mantecato, il ketchup con la rosa canina, l’acciugata per la bistecca alla fiorentina, la carabaccia (zuppa di cipolle), il pesto di cavolo nero, il ragù bianco, i fegatini per il crostino toscano e la trippa alla fiorentina. All’interno della linea anche confetture e il rub all’alchermes che richiama la tradizione locale per questo liquore a base di cocciniglia, celebre per il suo colore e l’aroma inconfondibile, usato anche in pasticceria ma che strizza l’occhio anche al BBQ e alla griglia.
“Con Andrea e Paolo Gori – spiega Cristiano – condividiamo la passione per la Toscana e per le cose buone, così come la voglia di rimanere saldi alle tradizioni e portare avanti il lavoro delle nostre famiglie. Con la Trattoria da Burde c’è sempre stato un rapporto di stima reciproca”. Gli fa eco Paolo: “È sempre bello trovare aziende con cui condividere dei valori, con Savini Tartufi è stato amore a prima vista. Cristiano è un amico prima che un collega e siamo entusiasti di questa collaborazione”.
La linea di prodotti che unisce Savini e Burde – qui nelle foto di Luca Managlia – è presentata in un pack dalla grafica accattivante ma non ostentata, che racconta il mondo del cibo, di Firenze e che rimanda ad antichi artisti. Vista la versatilità e la qualità che esprimono, i prodotti saranno distribuiti all’interno di enoteche e gastronomie con cucina senza tralasciare anche la parte ristorativa, oltre che in formati più adatti all’HoReCa.