La “Corte dell’Oca”: ospitalità vecchio stampo e ricette figlie della tradizione nell’antico Borgo Maestro di Subbiano, in Casentino
All’interno del vecchio Borgo Maestro di Subbiano (AR), dove un tempo era in attività la falegnameria di Cecchino, vi è ora La Corte dell’Oca, ristorante-albergo frutto di un sapiente e accurato restauro, che propone un’ospitalità di vecchio stampo, nel nome di tradizioni e cibi che sembravano perduti.
Suggestivo è entrare nella corte dall’ingresso di Via Roma, dove, dopo aver percorso un angusto andito ricavato al pianoterra del sovrastante palazzo ottocentesco, fa mostra di sé, ambiziosa quanto immutata nel tempo, la cantina di Quintilio, che custodisce gelosamente tutti i segreti della pigiatura dell’uva, della fermentazione e del travaso del mosto nelle botti. Si scopre subito, con non lieve sorpresa, che il tempo qui sembra essersi fermato agli anni ’50, a quell’Italia ingenua e sentimentale che sapeva godere di cose semplici e familiari, non ancora abituata a quel superfluo che offre il terzo millennio e che non emoziona più nessuno.
La cucina è rigorosamente toscana, una miriade di golosità dai classici crostini di milza bagnati nel vinsanto ai tortelli di patate, dalle pappardelle al sugo di lepre agli spaghetti al sugo finto, fino al cinghiale in salmì, la trippa fumante, il coniglio fritto, i fagioli cotti nel fiasco e per chiudere zuppa inglese e crostate.
La saletta esterna, provvista di camino e forno a legna, è il luogo ideale per pochi intimi e per chi desidera trascorrere una serata in santa pace lontano dalle abitudini quotidiane. È un’esperienza unica da raccontare agli amici, con i quali puoi dividere anche il piacere di una semplice partita a carte unita alle degustazioni di antiche ricette e a un buon bicchiere di vino.