In libreria “Racconti & Ricette” del critico fiorentino Leonardo Romanelli, 50 storie in cui il leitmotiv del cibo trova una duplice veste narrativa
Leonardo did it again, per citare l’icona pop degli anni Novanta: dopo l’esordio nel campo della narrativa con Racconti in nuce del 2015, il fiorentino Leonardo Romanelli – gastronomo, sommelier, cuoco, giornalista, commediografo, scrittore, autore e conduttore radiotelevisivo – torna alla forma del racconto, con la quale evidentemente si trova a suo agio e meglio sa esprimersi, stavolta però senza rinunciare alle predilezioni in ambito enogastromico.
Ha preso sostanza così “Racconti & Ricette” (ed. Aska), 50 storie “che portano a tavola”, ognuna delle quali contiene nel suo intreccio un piatto o un qualcosa da mangiare o da bere che puntualmente il lettore ritrova nelle pagine successive sotto forma di ricetta. Leonardo non è certo il primo o l’unico a unire storie e ricette, ma la peculiarità di questo progetto editoriale sta nella capacità di far culminare la commistione di umori, sapori e sentimenti delle donne e degli uomini nati dalla sua fantasia in un altro racconto, quello di cucina e drink, che va ben oltre la classica ricetta con ingredienti, tempi, difficoltà e modalità di realizzazione: è semmai una cronistoria affettuosa della genesi di un piatto o di un cibo, una sorta di riflessione emotiva sul perché di una carbonara o di un tiramisù.
La particolarità sta quindi nella successione armonica di un prequel e un sequel che formano un unicum, in cui storia e ricetta si legano e si intrecciano per farci vivere in un micro-affresco di vita. Per tutto questo, il libro si presta bene a un gioco in cui i lettori potrebbero esprimere la loro preferenza tra la prima o la seconda parte del racconto, dividendosi tra amanti dell’analisi sentimentale, prevalente nella prima, e tifosi della narrazione autobiografica, più frequente nella seconda; tra suivers dell’impeto amoroso da una parte e appassionati della letteratura di cucina dall’altra.