Il volume “TuscanBurger” di Marco Gemelli e Lorenzo Gagliano (ed. Il Forchettiere) passa in rassegna i luoghi e le storie di un’icona pop dello street food, nuova frontiera del mondo gourmet
Pensavate che gli hamburger fossero solo quelli venduti a poco prezzo nelle grandi catene internazionali di fast food? Non preoccupatevi, siete in buona compagnia. Eppure, nella Toscana dei mille campanili gastronomici questo prodotto – ormai un’icona pop dello street food – riesce a trovare una propria dignità, e addirittura una sua nobiltà, al pari dei piatti della tradizione più celebrati. Il merito non è solo delle materie prime che rappresentano le eccellenze dei diversi territori (dalla carne di razza Chianina ai formaggi, dal lardo alla cipolla, dalle birre artigianali ai più diversi condimenti) e che strato dopo strato compongono la versione made in Tuscany del burger. Già, perché dietro quel microcosmo delimitato da due fette di pane si celano dieci, cento, mille storie di passione e ricerca della qualità.
La voglia di raccontarle ha portato i due autori del libro TuscanBurger – il giornalista Marco Gemelli e il food advisor Lorenzo Gagliano – a esplorare hamburgerie, birrerie, pub e ristoranti per incontrare gli uomini e le donne che con la loro passione continuano a tenere alte le insegne del burger toscano. Tra abbinamenti, interviste e approfondimenti, “TuscanBurger” (ed. Il Forchettiere, 250 pagine, 18 euro) è un viaggio dove storie, luoghi e personaggi si fondono come gli ingredienti di un buon hamburger.
C’è la piccola hamburgeria di paese e quelle d’ispirazione gourmet nelle città più grandi, c’è quella gestita da sole donne e quella dove assaggiare le varianti prodotte solo con materie prime locali. C’è il burger di zebra o di struzzo, quello con la carne kobe, fino al maxi-burger da un chilo per i palati più affamati. Non si tratta solo di una guida che passa in rassegna i migliori 50 locali dove gustare un hamburger di qualità, bensì di un progetto che vuole offrire una fotografia a 360° del settore, in un racconto che oscilla tra i palazzi del centro di Firenze agli angoli meno conosciuti della regione, tenendo fermo un principio ispiratore, ossia che in Toscana anche il burger può avere una propria nobiltà.
“Il Granducato – spiegano gli autori – ha tutto ciò che serve per esprimere una propria versione dell’hamburger che non ha nulla da invidiare a quella di altri territori: pensiamo alla carne, dalla Chianina alle altre razze bovine autoctone, fino al maiale di cinta senese o al cinghiale. Oppure al Pecorino Toscano Dop e a tutti i suoi condimenti standard, dalle cipolle di Certaldo al lardo di Colonnata, fino a produttori di tartufi, verdure e spezie tra i migliori in assoluto a livello internazionale”.
Con la prefazione scritta da Luisanna Messeri e con il sostegno di Vetrina Toscana – il progetto di Regione e Unioncamere Toscana che promuove ristoranti, botteghe e produzioni di qualità che esprimono l’identità del territorio e valorizza la cultura enogastronomica come attrattore turistico – nelle pagine di “TuscanBurger” non mancano le storie imprenditoriali delle piccole e grandi aziende made in Tuscany di materie prime che compongono il burger, così come le interviste ai personaggi legati a questo mondo, gli abbinamenti ideali con vino, birra, bollicine e cocktail (a cura – rispettivamente – di Andrea Gori, Massimo Prandi, Massimo Fabiani e Julian Biondi), le curiosità sui burger più stravaganti e così via.
Uno spazio speciale del volume è inoltre dedicato ai ristoranti che mostrano un’attenzione particolare a questo piatto, nonché alle “prove d’autore”, ossia le interpretazioni gourmet di 30 tra i più apprezzati chef toscani, stellati e non.
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