venerdì 26 Aprile 2024
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Olio: “Favolosa” di nome e di fatto, la nuova monocultivar di Dievole

Una monocultivar armonica e resistente alla Xylella: Dievole segna un nuovo cammino da seguire nel mondo dell’olio extravergine d’oliva

Una “Favolosa” novità: l’autunno 2020 porta una ventata di speranza, fiducia e ottimismo, almeno nel campo dell’olio. L’esempio concreto è quello di Dievole, storica azienda da ulivete 100% italiane che in questi giorni ha lanciato una nuova interessante proposta. Favolosa, di nome e di fatto, è la la cultivar che può segnare una vera e propria svolta nel campo dell’olio. Questo perché, oltre a offrire un olio perfettamente armonico ed equilibrato, in abbinamento al fruttato erbaceo e con la giusta dose di piccantezza, questa peculiare varietà resiste alla tanto temuta Xylella che ha rovinato i raccolti di gran parte d’Italia (e non solo) negli ultimi anni.

Col suo nuovo olio monocultivar, “Dievole” dà così continuità al suo ruolo di primo piano nel mondo dell’olio extra-vergine di oliva. Nell’azienda vitivinicola nonché wine resort di Castelnuovo Berardenga, in provincia di Siena, l’olio la fa d’altronde da padrone assoluto in (quasi) tutto e per tutto. Compresi i piatti della chef Monika Filipinska, giovane cuoca pressoché autodidatta di origini polacche, che presso il ristorante Novecento riesce a rendere l’olio nuovo un protagonista, e non soltanto un semplice condimento, di ogni portata: dal suo antipasto a base di “Orto d’autunno e ciaccino” con olio extravergine di oliva “Favolosa”, per esempio, passando per i “Cappellacci con baccalà, fagiolo toscanello e puntarelle di cicoria” con olio extravergine di oliva “Toscano IGP” e il “Savarin di carpaccio di cinghiale, funghi, castagne e more” con olio extravergine di oliva “Toscano DOP”, fino al dolce. Realizzato, ovviamente, con “Olio, bietole, latte di capra e acetosella”.

Quasi da padrone assoluto, la specifica è d’obbligo. Perché, accanto all’olio, l’altra grande realtà e certezza della Alejandro Bulgheroni Family Vineyards è rappresentata dal vino. Sono ben cinque, nello specifico, quelli prodotti infatti sotto il marchio di Dievole: il “Chianti Classico DOCG”, il “Novecento” (Chianti Classico Riserva DOCG), il “Campinovi” (Bianco Toscana IGT), il “Tocca Stelle” (Chianti Classico DOCG), il “Vigna di Sessina” (Chianti Classico Gran Selezione DOCG), senza dimenticare Vinsanto e Grappa.

Tutto questo, nella splendida e al contempo calorosa location rurale acquistata nel 2012 dall’imprenditore argentino di origini italiane e precursore dei successivi investimenti a Montalcino con “Poggio Landi” (dicembre 2012) e “Podere Brizio” (2013) e infine a Bolgheri con “Tenuta Le Colonne” e “Tenuta Meraviglia” (2015). Sei proprietà figlie di valori forse dimenticati, o comunque troppo spesso trascurati, dalla società contemporanea: l’amore per la natura, l’attenzione per l’ambiente e le sue materie prime, ma soprattutto la genuinità dei prodotti. Come sarebbe possibile, senza di essa, essere d’altronde sinonimo di qualità in Italia e nel mondo?

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