Dopo un’attesa lunga otto mesi, lunedì 30 ottobre Daniele Pescatore torna in città e apre il suo ristorante all’interno del Grand Hotel Villa Medici (Sina group), sempre all’insegna della cucina di pesce. Ecco le prime foto
Sono passati otto mesi da quando Daniele Pescatore ha terminato l’esperienza del locale in piazza del Carmine. Da allora il toto-ristorante si è sbizzarrito, tra ipotesi e voci (specie quelle che davano un connubio con Romualdo Rizzuti). Alla fine il pizzaiolo napoletano ha trovato casa a Gavinana, mentre per Daniele Pescatore è iniziata una lunga trattativa con la prestigiosa struttura alberghiera di Bernabò Bocca. Ci sono voluti mesi, come detto, ma alla fine il traguardo è in vista: lunedì 30 ottobre apre Da’ Pescatore, il ristorante all’interno del Grand Hotel Villa Medici (Sina Group) a Porta al Prato.
Lo chef partenopeo ha trovato nel Villa Medici un contesto di livello, dal momento che l’obiettivo strategico dell’hotel era quello di ritagliarsi un ruolo significativo nel panorama della ristorazione fiorentina. Come nelle migliori storie d’amore, Pescatore e l’hotel si sono trovati, piaciuti, studiati e alla fine hanno capito che l’uno faceva al caso dell’altro. Non solo: lo chef curerà tutta l’offerta F&B dell’hotel, presto arricchita con un’altra importante novità (cocktail, magari?) e l’area banqueting.
Per il momento, da lunedì nel ristorante della struttura a 5 stelle si potrà degustare la sua raffinata cucina di pesce: “L’unica cosa realmente cambiata dall’esperienza in piazza del Carmine – spiega – è la location. Il nome, lo staff, il menù, ma soprattutto i piatti forti sono rimasti gli stessi. Anche io sono ancora lo stesso, ma più sicuro e consapevole del mio potenziale, grazie al rapporto instaurato con la proprietà. Volevo una struttura di alto livello in centro città, esclusiva e al tempo stesso facilmente raggiungibile (una delle croci di piazza del Carmine, ndF): all’Hotel Sina Villa Medici posso dire di averla finalmente trovata”.
E ancora: “Ambivo a portare il mio ristorante all’interno di un hotel 5 stelle – continua Daniele Pescatore – e l’incontro con proprietari del Gruppo Sina Hotels, Bernabò Bocca e la sorella Matilde Bocca Salvo, è stato decisivo. Dopo aver degustato i miei piatti si è subito creata la giusta sintonia. Il ristorante è proprio ciò che cercavo, un contesto adeguato alla mia cucina. Al mio fianco ho in brigata un gruppo coeso di persone fidate, grazie alle quali posso concentrarmi sulla cucina e sui miei ospiti».
Il menù dello chef napoletano è incentrato sul pesce, protagonista indiscusso. La carta, in stile Daniele Pescatore, non rispetterà la classica suddivisione tra antipasti, primi e secondi, ma metterà in primo piano la materia prima protagonista del piatto e la cottura con cui viene proposta. D’accordo con la proprietà lo chef ha voluto poi inserire dei piatti fuori carta dedicati alla manzetta prussiana, con tre piatti simbolo della cucina del nostro Paese: la tartare, la genovese e la bistecca alla brace. Saranno due le proposte di degustazione a disposizione, una da 5 portate e l’altra da 7, pensate per dare “carta bianca” allo chef e lasciarlo così libero di “raccontarsi” al meglio.
“I miei piatti – aggiunge Daniele Pescatore – sono frutto di ricerca e sperimentazione, di ore passate con la mia brigata a provare e riprovare per ottenere il massimo risultato. In questo le esperienze all’Albereta da Gualtiero Marchesi e da Ferran Adrià a El Bulli, sono state indispensabili. Da buon napoletano credo che la semplicità e il gusto siano i fondamenti di una grande cucina, così come la leggerezza e l’eleganza: per questo cerco di esaltare la materia prima protagonista del piatto senza mortificarla con cotture eccessive o accostamenti azzardati e non perfettamente calibrati”.