venerdì 29 Marzo 2024
HomeNewsFirenze, una chiusura...

Firenze, una chiusura che fa rabbia: addio Calino, al suo posto l’ennesimo kebab

Calino, il ristorante di “pesci strani” di Tommaso Cintolesi in piazza delle Cure, costretto ad abbassare definitivamente la saracinesca: al suo posto nascerà l’ennesimo kebab

Da oggi la Firenze gastronomica è più povera. La città perde uno dei suoi protagonisti della cucina di pesce, e nel modo più frustrante possibile, perché specchio di una situazione che penalizza quanti portano del valore autentico alla professione, servendo pescato fuori dal banale e dal già visto. Il ristorante Calino in piazza delle Cure, il feudo di Tommaso Cintolesil’uomo dei pesci strani – ha abbassato definitivamente la saracinesca. Al suo posto, come spesso accade in circostanze del genere, sorgerà l’ennesimo kebab.

E’ ormai da un anno che Tommaso Cintolesi aveva messo in vendita Calino, a causa di difficoltà economiche crescenti: prima il Covid, poi la guerra e infine i rincari energetici. Alla fine, nonostante una serie di tentativi per evitare questa mossa, non c’è stato nulla da fare: le spese sono aumentate, lo scontrino medio si è abbassato (-40%), la clientela seppur affezionata è stata costretta a ridurre le serate a cena fuori, magari orientando le proprie scelte su una ristorazione di livello più basso. E alla fine la chiusura è stata inevitabile. “Sono felicissimo di ciò che ho fatto e di aver avuto come clienti gente meravigliosa – racconta Tommaso – ma ho dovuto interrompere un’emorragia che andava avanti da tanto tempo”.

Un segno dei tempi, senza dubbio, ma non per questo meno doloroso. Calino non è il primo e non sarà l’unico ristorante fiorentino costretto a chiudere i battenti a causa della crisi, e a sua volta la situazione del locale è riflesso di una grande difficoltà delle famiglie, sia fiorentine che italiane in genere. Ma dispiace vedere che mentre il centro storico ha ripreso a ingranare grazie all’afflusso dei turisti, fuori da quel circuito ristretto le periferie piangono miseria. Al di là di tutto, però, l’opinione di chi scrive è netta (e abbastanza tranchant, una volta tanto): è un vero peccato che uno chef come Tommaso Cintolesi, in grado di lavorare il pesce e offrire piatti fuori dall’ordinario, non trovi il giusto spazio in una città come Firenze. Saranno logiche di mercato, per carità, ma è profondamente ingiusto che il talento dell’uomo dei pesci strani vi si debba piegare. Naturalmente, a lui auguriamo di rientrare in pista al più presto. Ma allo stesso tempo auguriamo alla Firenze meno turistica di imparare a cogliere il valore di ciò che ha in casa, prima che sia troppo tardi.

Rimani aggiornato: iscriviti!

Marco Gemelli
Marco Gemelli
Marco Gemelli, classe ’78, giornalista professionista dal 2007. Dopo anni come redattore ordinario al quotidiano Il Giornale della Toscana, dove si è occupato di cronaca bianca e nera, inchieste, scuola e università, economia, turismo, moda ed enogastronomia, è passato alla libera professione. Oggi collabora con diverse testate online e cartacee, tra cui Il Giornale, Forbes, l'Espresso, Wine & Travel. È membro della World Gourmet Society e dell’Associazione Stampa Enogastroagroalimentare Toscana (Aset), nonché corrispondente italiano per Lust Auf Italien.

ARTICOLI SIMILI

Nuovi ingressi tra i JRE Italia: entrano gli chef Davide Di Rocco, Vincenzo Marco Agrillo, Ruggiero Doronzo, Sabina Villaraggia e Fabio Mecchina

DELLO STESSO AUTORE

Continua a leggere

Elementi a Borgobrufa, la rivoluzione umbra di chef Andrea Impero

Al ristorante stellato Elementi di Borgobrufa, in Umbria, lo chef Andrea Impero propone una cucina che valorizza un ecosistema di 70 aziende

Firenze, la Gelateria della Passera raddoppia: nuovo “lab” per Cinzia Otri

Con il raddoppio degli spazi in piazza della Passera e il nuovo laboratorio poco distante, nell'Oltrarno fiorentino la gelatiera Cinzia Otri avrà ben 40 carapine, la maggior parte delle quali dedicate ai gusti "made in Tuscany"

Spring has come: ecco sei vini per festeggiare l’arrivo della primavera

Da un lato all'altro dell'Italia vinicola, abbiamo selezionato sei importanti bottiglie con cui celebrare l'inizio della primavera