Nel centro di Milano apre Dry Aged, il progetto del duo Matteo Ferrario e Stefano Carenzi a cavallo tra food, design e arte
Ha aperto i battenti a Milano con l’obiettivo di portare una tipologia di cucina che in città ancora mancava Dry Aged, il nuovo progetto di due giovani, chef e maitre, che dopo diverse esperienze gourmet hanno deciso di puntare su loro stessi: Matteo Ferrario (33) e Stefano Carenzi (30). La loro sinergia tra cucina e servizio si concretizza nella ricerca della concentrazione del gusto, nella sperimentazione delle frollature, delle macerazioni, a partire dalla carne (selezionata da piccoli produttori locali), come attestano le imponenti costate che accolgono in sala, ma anche un profondo studio su pesce e vegetali. I due uniscono le più moderne tecniche di cucina al mood nordeuropeo, portando l’intensità del gusto ai massimi livelli.
Dry Aged nasce in pieno centro Milano, tra Sant’Ambrogio e Corso Genova. Stile urbano ed eleganza informale accolgono gli ospiti in tre ambienti: dal New York bar con tavolo social, alla sala con panoramica sulla cantina, da prenotare anche come privée, una delle poche sale disponibili per almeno 14 persone a Milano, e la sala con cucina a vista attraverso un oblò, quasi un occhio magico a spiare lo chef al lavoro.
Tra i signature di Dry Aged spiccano sicuramente sicuramente i Mondeghili della tradizione, spinacino sautè, salsa senape e zafferano; lo Spaghetto ai 3 pomodori mantecato con olio EVO e basilico; l’Entraña alle braci, cipolla caramellata e soffice di patate e paprika. Non mancano poi le tartare di manzo, diverse a seconda della stagionalità e che si possono trovare sia al naturale che marinate o affumicate.
Le costate, fiore all’occhiello della ricerca nelle frollature: dalla Fassona selezione “La Granda” alla Costata di Rubia Gallega, da quella di Pezzata Rossa alla gran selezione Dry Aged. Altra specialità della casa certamente i risotti realizzati alla maniera “del Dry Aged” accostando tradizione e innovazione. Tra i dolci si consigliano il Tiramisù e il “Quasi” cannolo alla siciliana.
Sul fronte cantina, il maitre e sommelier Stefano Carenzi ha selezionato tanti produttori di nicchia, sia esteri che italiani per allestire la spettacolare cantina a vista che abbraccia la sala privée. Dalla sala in cui si cena, che può essere prenotata anche per cene private, si possono ammirare tutte le etichette in esposizione e, sceglierle. Una grande attenzione dedicata anche a tante etichette Triple A e della selezione Abere, tra vini naturali e biodinamici.
Non solo food ma anche arte e design, due componenti fondamentali che caratterizzano il DNA del Dry Aged. La scultura lampadario dal design futuristico che con i suoi giochi di luce illumina il pavimento originale anni Venti nelle sale principali, e i neon rosso fuoco che inondano le pareti color azzurro petrolio in un graffiante contrasto, accompagnano l’ospite in una sorta di viaggio punk rock tra opere d’arte contemporanea, fotografia e street art. Una selezione di opere unica in cui troviamo un “Joker” originale di No Curves, lo pseudonimo dietro il quale si nasconde uno dei più famosi artisti della tapeart di tutto il mondo, che sorprende per il suo stile unico e geometrico, caratterizzato dalla totale assenza di curve rotondità.