Dopo oltre 50 anni rinasce Bosio Caratsch, il più antico birrificio d’Italia (fondato a Torino nel 1845) grazie a Soralamà Alta Birra
Parlando di birre italiane, molti nomi sono sulla bocca di tutti, dalla Peroni (Vigevano, 1846) alla Nastro Azzurro (1912), dalla Menabrea (Biella, 1846) fino alla sarda Ichnusa (1912). Eppure il titolo di birrificio più antico d’Italia spetta a un nome forse non così mainstream, anche se ben conosciuto tra gli appassionati: si tratta della Bosio Caratsch (Torino, 1845), fondato da Giacomo Bosio come “Birreria del Giardino” con il motto “Bona cervisia laetificat cor hominum”. Diventò “Bosio & Caratsch” nel 1898 e nello stesso anno ottenne il primo riconoscimento ufficiale, la medaglia d’oro all’Esposizione dell’Industria Italiana di Torino, replicando la vittoria all’Esposizione del 1911.
Se già nel 1880 Bosio Caratsch è una delle birre più vendute in Italia, consolidandosi negli anni fino a diventare – a inizio Novecento – la birra più venduta sul suolo nazionale, e conquistando numerosi premi e riconoscimenti, l’attività cessa però nel 1969, quando viene chiuso definitivamente lo storico stabilimento torinese di corso Principe Oddone.
Ma c’è chi ha creduto nel brand, dando nuova vita alla Bosio & Caratsch: è Soralamà Alta Birra, birrificio artigianale fondato nel 1999 in Val Chiavenna e trasferito in Val di Susa nel 2004, grazie al quale oggi possiamo nuovamente degustare “la migliore”. Soralamà ne ha infatti acquisito il marchio nel 2022 con il desiderio di riportare Bosio Caratsch ai primi posti della birra italiana.
E i presupposti per dare nuova vita al marchio rispettando i processi produttivi di qualità e continuando sul sentiero tracciato dai fondatori ci sono tutti, a partire dall’acqua del Canale di Torino, che conduceva in città quella della Dora Riparia. A Vaie, Comune della Val di Susa ai piedi della Sacra di San Michele, il birrificio Soralamà attinge direttamente ad una fonte che presenta qualità oligominerali ottime, tanto che qualche tempo fa la sua acqua era imbottigliata come acqua minerale.
Le birre Bosio Caratsch
La nuova gamma è composta da quattro birre di grande bevibilità. Blanche si ispira all’omonimo antico stile belga ed è prodotta con il 50% di frumento. Dal colore molto chiaro, leggermente torbida, con schiuma abbondante e compatta ed una buona effervescenza. All’olfatto spiccano i sentori dei cereali arricchiti da un’equilibrata speziatura di coriandolo, ginepro e limone. È una birra estremamente fresca e beverina anche grazie al retrogusto leggermente aciduolo apportato dal frumento (Alc 5,0%). Helles di ispirazione tedesca, dal colore giallo vivo e corpo leggero con aromi di malto e profumi floreali conferiti dal luppolo. Perfetta per dissetare quando il caldo incalza, così leggera da lasciare spazio per un’altra pinta e un’altra ancora… (Alc 4,7%).
Ipa, chiara e ad alta fermentazione, è ispirata alle India Pale Ale e realizzata con luppolo statunitense “Simcoe” in bollitura e dry-hopping. Una birra in cui spiccano gli aromi resinosi tipici che ricordano i frutti esotici e gli agrumi, con finale amaro e secco (Alc 5,5%). Infine Marzen è una birra ambrata con ricchi aromi e gusti di malto che ricordano la crosta di pane ispirata all’omonima birra tedesca a bassa fermentazione un tempo prodotta solo a marzo. Poco amara e morbida ma secca e pulita sul finale, è prodotta con il tradizionale sistema di ammostamento in decozione che accentua le caratteristiche maltose (Alc 5,5%).