Sommelier, imprenditrice, mamma e donna di grande fascino. Incontriamo Natascia Santandrea nella “sua” Tenda Rossa, a Cerbaia, il ristorante che porta avanti insieme al fratello Christian e alla cognata, Maria Probst
Sta nei particolari, nelle sfumature accennate, nelle singolarità dei rituali e in un fascino senza tempo, la bellezza di Natascia Santandrea. Se gli aggettivi per descriverla sarebbero tanti, altrettanti sono gli aspetti della sua vita, inscindibilmente connessi al suo lavoro. Natascia è sommelier – passione che l’ha portata anche sulle pagine di Playboy – ma è anche imprenditrice, titolare della “Tenda Rossa” a Cerbaia, oltre che mamma di Zeno e ideatrice di eventi a tema gastronomico. Le abbiamo rivolto cinque domande, non necessariamente le più scontate…
Nel mondo dell’enogastronomia toscana sei una figura un po’ sui generis… Una delle poche donne di sala, una brillante sommelier, capace di essersi ritagliata un ruolo e un’immagine pubblica. Non sei strettamente una chef ma tra i fornelli sei sempre stata perfettamente a tuo agio. Chi sei, davvero?
Beh, effettivamente non è facile definirmi. Ho iniziato ad avvicinarmi al mondo del vino che ero ancora minorenne, e da allora non ho mai smesso di bere e imparare cose nuove. La Tenda Rossa mi ha dato molto, e continuo a considerarla la mia famiglia. Anche perché in effetti è così: io e le mie cugine Barbara e Cristiana in sala, mio fratello Christian e la sua compagna Maria ai fornelli, insieme alle mamme che ancora si fanno da fare ai fornelli… Siamo un team molto unito, e qui è importante che ognuno sappia fare un po’ di tutto, e credo che proprio l’essere imprenditori anziché dipendenti ci dia ogni giorno una motivazione in più a far bene.
Infatti adesso la Tenda Rossa è entrata anche nel circuito dei JRE, i Giovani Ristoratori Europei, che hanno come requisito essere titolari del ristorante dove lavorano…
Sì, con grande soddisfazione. Ne sono orgogliosa, perché tra di essi ci sono due grandi amici, come Marco Stabile e Filippo Saporito, e tanti colleghi che stimo moltissimo, da Deborah Corsi in poi. È un onore, essere insieme a loro e a tanti altri artefici della cucina italiana.
Non si può negare che tu sia una bella donna, in un ambiente dove non è mai semplice farsi valere per le proprie qualità. Come hai vissuto e come vivi oggi questa condizione?
Beh, ti ringrazio. In effetti lavoro in un ambiente nel quale l’alcool è sempre presente, ed è noto che questo può talvolta contribuire ad allentare un po’ i freni inibitori. Però non ho mai avuto particolari problemi, con i maschi: è vero, all’inizio magari ciò che colpisce è l’aspetto fisico, ma basta poco tempo per arrivare a considerarmi e giudicarmi per ciò che sono e non per come appaio.
Qualche anno fa la Tenda Rossa aveva due stelle Michelin, poi perse per strada. Come hai vissuto questo difficile passaggio?
Ricordo il periodo delle due stelle Michelin con affetto: non nego che certe scelte ci abbiamo stupito, ma fa tutto parte del gioco. Non bisogna dimenticare che se fai un lavoro in cui scegli di stare al giudizio del pubblico e di metterci la faccia, in fondo, devi essere in grado di accettare ogni giudizio. Una volta mi sarei arrabbiata molto di più, adesso ho imparato a prendere le cose con grande serenità. Con leggerezza, soprattutto, che non significa né con approssimazione né con poca voglia. Anche se per le guide forse le cose sono cambiate, qui alla Tenda Rossa, di certo non sono cambiate per noi: in sala c’è sempre lo stesso personale, lo stesso stile, la medesima cura per i dettagli e l’attenzione per il commensale. Questa è la nostra identità, ciò che ci piace essere, non intendiamo cambiare.
Cambiare magari no, ma ampliare lo spettro d’azione ad altre iniziative parallele? Una sorta di spin-off della Tenda Rossa, insomma…
È ciò che stiamo facendo, e che contiamo di continuare a fare in futuro. Sempre più spesso chiedono al nostro team di uscire da Cerbaia per partecipare a eventi e occasioni di ogni tipo: a mio fratello Cristian e a sua moglie Maria Probst arrivano numerose richieste di cucinare fuori dal ristorante, mentre a me domandano soprattutto di mettere a disposizione il know-how accumulato in tanti anni. Mi sto occupando non solo di cene per privati, ma di eventi a 360 gradi, ovviamente sempre all’insegna di quel tocco di originalità che – come ben sa chi mi conosce – mi piace inserire in tutto ciò che faccio. L’ultimo progetto è l’aperitivo con vista in cima alla Terrazza del Chianti, a San Casciano: fino a metà agosto sarà possibile, fino a un massimo di 30 persone per volta, venire ad assaggiare i nostri piatti godendo di una vista mozzafiato sul Chianti. L’appuntamento è tutti i martedì e i venerdì con l’aperitivo delle 19 e la cena al sacco delle 21.