sabato 27 Aprile 2024
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Cucina: “Pompei Centrale”, fra scavi e rovine brilla la pizza di Catello Di Martino

Pizzeria e bistrot dove la storia si fonde col presente fra pizze gourmet, panini, burger e un’ampia carta beverage: “Pompei Centrale” è un progetto gastronomico volto a dare una nuova identità alla nota meta turistica

Pompei Centrale

Pompei non è solo scavi e rovine. Negli ultimi anni il piccolo comune nella città metropolitana di Napoli ha accolto infatti le sfide della modernità, cambiando approccio anche nella sua offerta gastronomica. Detto in altre parole: meno proposte “turistiche” e più ristoranti di qualità, incentrati sulla tradizione e pensati per accogliere tanto le centinaia di visitatori quotidiani del parco archeologico quanto la clientela locale.

In sinergia, le famiglie D’Ambrosio e Fortunato hanno investito sogni ed energie in un locale della ferrovia di Pompei a due passi dal campanile e dal centro della città, creando uno spazio vivo a 360° che riunisce al suo interno tanti differenti momenti conviviali: dal pranzo all’aperitivo, passando per la cena, fino agli eventi privati. Se il menù food è curato da Alberto Fortunato, noto chef del territorio pompeiano e campano che ha fornito consulenza e assistenza a tutto il team di Pompei Centrale, dietro al forno troviamo invece Catello Di Martino e Giannicola Longobardi.

pizza Pompei Centrale

La loro pizza, autentico punto di forza di questo nuovo protagonista della ristorazione campana, rispetta la tradizione napoletana senza aver paura però di osare e innovare. Partendo da un impasto classico, tecniche di lievitazione all’avanguardia rendono infatti la base della pizza leggera e altamente digeribile. Il segreto sta nelle farine e nelle materie prime di alto livello che vengono usate per guarnire sia le “pizze tradizionali” sia le “pizze speciali” del menù.

Nel primo caso meritano sicuramente una citazione la “Pompei Centrale” con pomodoro San Marzano Az. Solania e all’uscita mozzarella di bufala DOP, scaglie di grana padano DOP, basilico e olio EVO e la “Pompeiana” con provola affumicata, salame artigianale napoletano e all’uscita tarallo napoletano, ciuffi di ricotta, basilico e olio EVO, mentre nel secondo la sfiziosa “Lucana” con mozzarella fior di latte, pomodoro datterino giallo, cacioricotta del Cilento, peperone crusco di Senise IGP Tenuta Padi e ‘nduja di Spilinga, ma ancora di più la convincente “Eccellenza” con pomodoro San Marzano Az. Solania, pomodorino datterino giallo, capperini di Salina, alici di menaica, olive nere, aglio, olio EVO e basilico.

Buona alveolatura, alta idratazione e ottima masticabilità sono le fondamenta di tutte e quattro le proposte menzionate (e del resto delle pizze), nelle quali spiccano la perfetta acidità del pomodoro San Marzano e la qualità elevata della mozzarella fior di latte. Interessante la scelta di utilizzare il peperone crusco nella “Lucana”, apportando ulteriore croccantezza e sapidità (lo stesso risultato ottenuto col tarallo sbriciolato all’uscita sopra la “Pompeiana”), così come l'”Eccellenza” è un inno alla sapidità che viene ben contrastata dalla tipica dolcezza del datterino giallo. Pizze che brillano proprio come un antico resto romano ritrovato fra le rovine della città storica.

In alternativa alla pizza, troviamo ben 13 panini, vari tagli di carne nazionali o internazionali a cura dello chef Iulio Gallotti e anche svariate ricette di mare, oltre a insalate e contorni di verdure. “Abbondanza”, insomma, è la parola chiave per descrivere il menù di Pompei Centrale. Compreso quello del beverage, che vanta un’oculata selezione di Champagne e Franciacorta insieme alle principali etichette della regione e birre commerciali/artigianali studiate per accompagnare ogni piatto.

Pompei Centrale

La chicca finale? Il dolce, magari un “Duplo” con crema alla nocciola, caramello salato, glassa al cacao e biscotto al cioccolato per tornare bambini e riassaporare la merenda di cui andavamo ghiotti tanti anni fa. Il tutto, con un servizio giovane ed efficiente che supervisiona con massima attenzione ogni momento del pasto.

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