Tra i 50 Best Discovery 2021, la Firenze dei ristoranti è rappresentata da tre nomi: due colossi (Enoteca Pinchiorri e Gucci Osteria) e la Trattoria Sostanza, detta… il Troia
La notizia è passata forse sotto troppo silenzio, offuscata dallo sfavillio della classifica che ha incoronato il Noma di René Redzepi a Copenhagen come miglior ristorante al mondo. Ma nella sezione Discovery dei World’s 50 Best Restaurants c’è spazio per sei nomi fiorentini, di cui tre ristoranti. Fin qui nulla di singolare. Ma se andiamo a leggere i tre nomi che il network inglese ha selezionato per rappresentare la ristorazione di qualità a Firenze si nota una peculiarità.
Insieme a due nomi che celebrano il glorioso passato e l’ambizioso futuro del fine dining cittadino – rispettivamente l’Enoteca Pinchiorri e la Gucci Osteria by Massimo Bottura – c’è infatti la Trattoria Sostanza in via del Porcellana, conosciuta in città (e oltre) come il “Troia”, dal soprannome con cui era noto il titolare Fosco Pucci. Un riconoscimento postumo (di cui nemmeno la famiglia era al corrente), che giunge proprio nel quinto anniversario della scomparsa del ristoratore, avvenuta l’11 ottobre 2016 per un incidente stradale.
Ecco cosa dice il 50 Best Discovery della Trattoria Sostanza: “Questa carismatica trattoria è una delle preferite dai fiorentini da più di 150 anni. Assapora il cibo tradizionale contadino toscano sotto lo sguardo delle foto di famiglia che rivestono le pareti mentre i ventilatori a soffitto ronzano sopra la testa. La leggera frittata di carciofi è emblematica e il decadente pollo al burro è leggendario. Ma è difficile guardare oltre la bistecca alla fiorentina. Un’enorme lastra di carne che è meglio condividere, cotta alla perfezione sui carboni ardenti”.
Come detto, proprio cinque anni fa perdeva la vita Fosco Pucci, storico titolare del “Troia”. Così lo ricordano la moglie Maria Grazia e il figlio Alberto: “La tua perdita è come se un puzzle avesse perso un pezzo unico insostituibile. La vita senza di te non sarà mai più la stessa. Ci manchi, la tua assenza ha lasciato un enorme vuoto, anche dopo tutti questi anni non riusciamo a trovare serenità. Ti sentiamo vicino, ti parliamo, ti raccontiamo le nostre giornate perché sappiamo che dove sei riesci a sentirci, ascoltarci e non ci abbandonerai mai”.