sabato 27 Aprile 2024
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Firenze, nasce il primo vigneto urbano con vista sulla città

Sulla collina che domina Firenze sorgerà la prima vigna d’impostazione moderna, dedicata a Michelangelo. Ecco la "sfida" di Maria Fittipaldi Menarini e delle Donne Fittipaldi: piantare 700 barbatelle di vitigni storici, salvaguardando il patrimonio genetico toscano

Avevamo annunciato il progetto qualche tempo fa (qui), ma a breve la prima vigna urbana di Firenze sarà realtà, coronando il sogno di un’intera famiglia d’imprenditrici vinicole e accomunando il capoluogo toscano a città come Venezia, Torino, New York o Parigi. Una volta terminati i lavori, tra tre anni, il colpo d’occhio sarà potente: sulla collina panoramica che domina il capoluogo toscano sorgerà la prima vigna d’impostazione moderna, e il suo nome omaggerà uno degli artisti più geniali del Rinascimento, quel Michelangelo cui è intitolato il vicino piazzale.

A dar vita alla “Vigna Michelangelo” che arricchirà lo skyline fiorentino, ‘dipingendo’ la collina che sormonta lo storico quartiere di San Niccolò, sono state Maria Fittipaldi Menarini e le quattro figlie Carlotta, Giulia, Serena e Valentina, già titolari dell’azienda agricola Donne Fittipaldi a Bolgheri, di cui avevamo raccontato qui i vini più interessanti.

Sui terreni adiacenti alla residenza di famiglia, le imprenditrici hanno deciso di impiantare 700 nuove piante (300 viti di Sangiovese, 150 di Canaiolo, 100 di Foglia Tonda, 100 di Pugnitello e 50 di Colorino del Valdarno): alcune delle barbatelle, future viti ad alberello, portano il nome di alcuni dei giornalisti più rappresentativi della cultura enoica italiana, ma tutte celebreranno la biodiversità locale conservandone il patrimonio genetico. Non a caso, le varietà sono state selezionate tra i vitigni toscani più tradizionali, inclusi quelli di elevata qualità ma a rischio d’estinzione perché poco redditizi. L’aspetto tecnico è stato curato dall’agronomo Stefano Bartolomei e dall’enologo Emiliano Falsini. Il primo ha ricordato come “il vigneto dovrà essere perfettamente integrato con l’ambiente circostante per mantenere inalterate le caratteristiche del paesaggio”, mentre il secondo ha sottolineato come il progetto sia “volto al recupero dell’antica viticoltura cittadina da sempre presente nella città culla del Rinascimento e dove il vino ha rappresentato, nel corso della storia, un importante segno distintivo”.

E così, dopo aver ammirato nei suoi numerosi viaggi all’estero la vigna del Clos Montmartre a Parigi, le vigne di Leonardo a Milano, quelle della Tenuta Venissa sull’isola di Mazzorbo a Venezia e della Villa della Regina a Torino, Maria Fittipaldi Menarini ha deciso di far rivivere l’ormai vecchia vigna di casa a Firenze, forte anche dell’esperienza maturata a Bolgheri. Ora che le barbatelle sono state messe a dimora bisognerà aspettare tre anni per la vendemmia prevista nel 2027 con la produzione della prima botte di vino della Vigna Michelangelo. “Da essa si ricaveranno circa 700 bottiglie – conclude con soddisfazione Maria Fittipaldi Menarini – da vendere sul mercato internazionale tramite aste con finalità benefiche di sostegno sociale. Questa vigna rappresenta anche la mia infanzia: voglio dare un segno e un senso di continuità a questa casa, particolarmente amata da mio padre Mario”.

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