Dal 3 dicembre, con l’inizio della stagione invernale, lo chef Simone Cantafio che per 11 anni ha lavorato al fianco di Michel e Sébastien Bras guiderà la cucina stellata dell’Hotel La Perla
Prima della pandemia lo avevamo lasciato in Giappone, alla corte di Michel e Sébastien Bras sull’isola di Hokkaido, e adesso lo ritroviamo sulle Dolomiti: per lo chef calabrese Simone Cantafio la nuova avventura è nel profondo nord d’Italia, in una sfida che – alla luce di elementi come natura, stagioni, mondo vegetale, rispetto umano, sensibilità e armonia – lo vedrà protagonista. Lasciato il ristorante bistellato Toya della famiglia Bras, creatrice di una maison che ha fatto storia nel mondo della gastronomia internazionale, con l’arrivo del Covid19 Simone torna in Calabria ad aspettare una possibile ripartenza.
È così che arriva la scelta di cambiare radicalmente strada, passando dalle montagne dell’isola giapponese alle pendici delle guglie dolomitiche: dal 3 dicembre, data di inaugurazione della stagione invernale, Simone Cantafio sarà il nuovo chef della Stüa de Michil dell’Hotel La Perla a Corvara (Bolzano). Le idee di uno degli ultimi allievi di Gualtiero Marchesi, dopo gli inizi con Carlo Cracco, sono chiare: proseguire nell’insegnamento ricevuto dai grandi maestri, a partire dalla massima di Michel Bras sintetizzabile in “La natura parla, l’esperienza traduce“.
Una cucina naturale, rispettosa degli ingredienti selezionati e delle persone che li producono e li trattano insieme a lui. Un rispetto che va oltre i concetti ormai abusati di territorio e filiera corta, un rispetto che lo chef considera la sua vera eredità giapponese. E se sull’isola di Hokkaido non ha mai urlato una volta in cinque anni, anche sulle Dolomiti vuole fare altrettanto: una cucina a bassa voce, pura, essenziale, in armonia con l’ambiente caldo della Stüa, le sale in legno antico, il design d’arredo e le persone che lavorano in cucina.