Nuovo episodio della rubrica curata da Lorenzo Borgianni, in arte Il Gingegnere, e dedicata al mondo del Gin: oggi scopriamo “AmaGin”, il distillato che omaggia l’Amarone
L’amore per il buon vino e per il buon Gin: è proprio da qui che è nata l’idea di “AmaGin”.
La sua essenza si sviluppa, infatti, intorno a botaniche pregiate infuse con le uve derivanti dal processo di vinificazione, dalle quali si ottiene il prestigioso vino Amarone della Valpolicella.
Durante la fase della vendemmia, nella raccolta manuale vengono sgranati solo i grappoli migliori, le cui bucce scelte sono poi consegnate direttamente nelle mani del Mastro Distillatore affinché possa iniziare quel processo di estrazione e infusione delle essenze aromatiche di “AmaGin”. Questo spirito si esprime in 40 gradi alcolici per cinque botaniche distillate con tecnica di infusione a freddo in alcol puro e acqua di sorgente delle Dolomiti del Brenta. Insieme alle uve Corvina e Rondinella dell’Amarone, che donano anche l’elegante colore rosato al Gin, troviamo il bergamotto, la liquirizia e la cannella, senza dimenticarci ovviamente dell’immancabile ginepro.
Al naso la tipica pungenza della bacca è subito alleviata da note più morbide e fruttate date dalle uve dell’Amarone. La stessa sensazione si percepisce a primo impatto in bocca, dove il lungo finale è accompagnato da note speziate con sfumature di cannella e liquirizia, ma anche da una nota lievemente agrumata ed elegante di bergamotto. “AmaGin” sta molto bene nel G&T, soprattutto per chi lo ama un po’ più morbido. In miscelazione è un prodotto versatile e, a mio parere, si sposa particolarmente bene con i vermouth.