Per tutti è il cantautore Ron, da anni uno dei volti noti della musica italiana. Ma lui, Rosalino Cellamare da Dorno (Pavia) si racconta a Firenze e non nasconde una certa passione per il cibo. Il suo piatto preferito? “La polenta, che mangerei in tutte le versioni possibili”
Da generazioni le sue canzoni accompagnano l’educazione musicale degli italiani, dalla cover che l’ha reso famoso – quella “Una città per cantare” cantata con Lucio Dalla e Francesco De Gregori, tratta da “The Road” di Danny O’Keefe (1972) – fino ai grandi successi sanremesi come “Non abbiam bisogno di parole” (1992) o “Vorrei incontrarti tra cent’anni” (1996), fino ad altre canzoni meno conosciute ma non di minor valore, come “Cambio stagione” (2001). Eppure Rosalino Cellamare, più noto come Ron, non disdegna la buona tavola. Ne abbiamo discusso a Firenze, nel corso della presentazione della prima web radio del Mercato Centrale, dove ha fatto da padrino insieme a Mogol e al dj Goemon.
Lombardo di nascita, pugliese di origine. Come coesistono questi due retaggi gastronomici in Ron?
Benissimo, direi. Anche se vivo nel pavese, conosco bene la Puglia per via di mio padre e devo dire che quella regione ha tantissime cose meravigliose, dal punto di vista gastronomico. E dire che mi ritengo una persona curiosa, a tavola: non potrei mai andare a visitare una città senza approfittarne per gustare ciò che è tipico di quel luogo. Mi lascio facilmente guidare e convincere. Stesso discorso per i vini: mi piace sentire qualcosa di locale, per godere fino in fondo dell’esperienza del posto in cui mi trovo. Il mio approccio con il cibo è comunque improntato al massimo rispetto per le materie prime, cosa per la quale in Italia siamo ancora imbattibili.
Come se la cava in cucina? Quali sono i suoi piatti preferiti, e riesce a cucinarli da sé?
Beh, cucino abbastanza bene da sopravvivere. E naturalmente riesco a preparare i miei piatti preferiti, che sono la polenta e la pasta. Nel primo caso, è dovuto al fatto che abito in una zona d’Italia fredda (Dorno, in provincia di Pavia), dove la polenta si usa molto spesso: mi piace così tanto che la mangerei anche da sola, oltre che in ogni possibile versione, a partire da quella con la salsiccia. Poi c’è la pasta, di cui apprezzo soprattutto la semplicità: anche una “classica” pasta al pomodoro e basilico mi fa impazzire, se fatta bene.
Per lavoro ha viaggiato tantissimo, nel corso degli anni. Delle diverse cucine internazionali in cui si è imbattuto, quale l’ha convinta di più?
Beh, direi quelle orientali: dalla cucina indiana a quella giapponese fino alla cinese, si tratta di sapori che di solito non usiamo nella nostra cucina e a cui non siamo abituati. Eppure anche mangiare è un’esperienza che arricchisce: se ti avvicini alle cucine locali e ti lasci trasportare, dopo aver sentito ogni possibile modo di intendere l’arte culinaria vieni via da un Paese con qualcosa in più.
Abbiamo incontrato Ron al Mercato Centrale, dove è stata una radio ad hoc – Radio Mercato Centrale, appunto – la nuova emittente radiofonica che si potrà ascoltare negli spazi del mercato fiorentino e sul web. La programmazione sarà curata dal conduttore radiofonico Alessio Bertallot e trasmetterà solo musica italiana alternata al rumore live del mercato stesso. A fare da testimonial della neonata radio due grandi della musica italiana: Mogol e Ron. “Il talento è un orto da coltivare – ha spiegato Mogol – e la radio, in un posto come questo, significa coltivare l’emozioni della musica italiana in una piazza, come lo è questo mercato, bellissima”. “Ascoltare anche il rumore della gente – ha aggiunto Ron – è come ascoltare il mare in un progetto diverso dalle programmazioni radio classiche ma vuol dire anche ascoltare quello che la gente racconta. È un progetto intelligente che guarda al futuro”.