Ideatore di spirits come il gin G’Vine e la vodka Cîroc, l’imprenditore francese Jean-Sébastien Robicquet ha sviluppato il trend di produrre distillati partendo dall’uva anziché da grano o patate
foto di Luca Managlia
Per un imprenditore nato a Bordeaux e vocato al mondo degli spirits era quasi una scelta obbligata, portare il DNA dell’uva nei suoi prodotti. Ma non è stato semplice né immediato, per il fondatore e titolare di Maison Villevert Jean-Sébastien Robicquet, diventare il precursore dei distillati che partono dall’uva anziché dal grano o dalle patate. Lo abbiamo conosciuto nel Cognac, grazie ai buoni uffici di Mixer Italia, distributore di G’Vine Gin, una delle produzioni d’eccellenza di Maison Villevert.
Un passato tra studi di enologia, legge e marketing (in Moët Hennessy…) poi nel 2000 il ritorno nel Cognac, armato della volontà di rimanere nell’ambito delle bevande alcoliche, e la creazione di “EuroWineGate” con l’obiettivo di selezionare prodotti artigianali locali e distribuirli tramite una piattaforma online dedicata principalmente al mercato Usa. “Si trattava però di un periodo difficile per gli imprenditori e dopo l’11 settembre sembrava che il progetto fosse destinato a finire. Ma ciò in cui ho sempre creduto è che le opportunità arrivano se sei tu stesso il primo a creare opportunità per gli altri”.
E così, poco dopo l’attacco alle Torri Gemelle, alle porte di Jean-Sébastien Robicquet bussa il colosso Diageo, attirato dalla scelta dell’imprenditore di creare Cîroc, una vodka pensata a partire dall’uva anziché da grano e patate. “In questa zona della Francia – spiega – siamo profondamente legati alla cultura del vino e l’uva è il nostro marchio di fabbrica, ecco perché abbiamo voluto dare pregio a questa materia prima nel settore degli spirits. Il gin e la vodka dal nord Europa erano e sono tuttora principalmente basati su grano e patate, non sull’uva”.
Qualche anno più tardi è la volta del gin, visto sempre con l’uva e in particolare il fiore della vigna come punto di partenza. “Volevo utilizzare ciò che ci circonda – continua Jean-Sébastien Robicquet – ed è così che, in un momento in cui i produttori del Cognac si trovavano in difficoltà, ho potuto aiutarne alcuni acquistando i loro fiori di vigna per distillarli”. Ed è così che nel 2006 vede la luceG’Vine Gin Floraison, seguito tre anni più tardi da G’Vine Nouaison, variante pensata per i palati più nordici, abituati a note di ginepro più intense e ad un maggiore impatto alcolico.
Da quel momento in poi, è il boom: sempre nel 2009 Jean-Sébastien Robicquet acquista la struttura che nel 2016 sarebbe diventata Maison Villevert, poi il vigneto e il sito dove produce il cognac. “Ciò che mi rende orgoglioso è che siamo riusciti a creare un know-how inedito della distillazione dell’uva, a creare nuovi strumenti e nuovi brand”. Ultimo tassello della filiera è la distribuzione, che si sviluppa tra la Francia, la Spagna e l’Inghilterra, dove nel 2019 Jean-Sébastien Robicquet ha acquistato una distilleria di whisky con valori analoghi ai suoi.
Tra i prodotti di Jean-Sébastien Robicquet, ciò che più ci ha colpito sono i due ultimi nati, i June by G’Vine e il G’Vine Reserve (2020), sia alla pesca che alla pera & cardamomo: “Visto il trend dei flavoured gin – conclude Jean-Sébastien Robicquet – abbiamo pensato di crearne un paio a partire dal territorio circostante: attorno ai vigneti crescono molti alberi selavativi di pesche, quindi mi è sembrato naturale creare un gin alla pesca, in contrapposizione a quello con fiori di vigna da cui ero partito, aggiungendovi altra frutta estiva come albicocche e ciliegie. L’idea della variante con pera e cardamomo invece nasce per caso: l’ho scoperto in Inghilterra e sono rimasto colpito da quanto bene i due sapori stessero assieme. Infine, G’Vine Reserve è creato a partire dal Nouaison, affinato in botti di Cognac: nato come esperimento, visto il successo abbiamo deciso di mantenerlo nel range.