Preparare un panino è un’arte: la disposizione d’animo, la scelta degli ingredienti, la cura e l’attenzione sono le stesse che occorrono per preparare un buon piatto. Dopo il primo libro, il Pan’ino, Alessandro Frassica detto “Ino” pubblica questo secondo volume con le sue ricette vegetariane
Torna alla scrittura, Alessandro Frassica. Dopo il primo libro, il Pan’ino, il guru del panino – conosciuto in città e fuori come “Ino” – pubblica adesso un secondo volume dal titolo Il Pan’Ino Veggie (ed. Guido Tommasi) con le sue ricette vegetariane per panini insoliti e ricchi di gusto. Si preparano velocemente, da gustare a casa oppure in ufficio o a un pic nic… Un libro che promette un “abisso di variazioni, un senso di reale appagamento”, ma che effettivamente può essere d’ispirazione per chi vuole provare il gusto della sfumatura. Che il libro intenda magnificare l’essenza stessa del panino lo si evince già dalla quarta di copertina: “Preparare un panino è un’arte. La disposizione d’animo, la scelta degli ingredienti, la cura e l’attenzione sono le stesse che occorrono per preparare un buon piatto”.
In realtà, al netto della presentazione esageratamente enfatica – “se avete aperto questo libro e state sbirciando tra le sue pagine, occhieggiando foto e ricette, ricacciando come meglio potete l’iper salivazione che vi ha colto alla sprovvista, è perché sapete che fare un panino non significa mettere insieme una fetta di prosciutto esanime con una di formaggio qualunquista (sic!)… – il libro ha un grosso vantaggio rispetto ad altri volumi analoghi, tutt’altro che scontato: ha gran belle foto (realizzate da Irene Berni), e inoltre le ricette sono indicate secondo uno schema fuori dal comune. Un libro innovativo, insomma, nella forma prima ancora che nella sostanza.
Per raccontarlo non è il caso di riprendere la sinossi, enfatica all’estremo – “La vostra mente si dibatte tra la disarmante immagine del vostro frigo, la cui luce impietosa illumina quell’unica confezione di affettato che avete comprato chissà a quale scopo, e quella del bar accanto al vostro ufficio che, all’ora di pranzo, si riempie di orde di affamati: tutti i giorni entro le sue mura, ne siete testimoni impotenti e complici muti, gli umani appetiti si abbattono su inermi toast dall’aria sconfitta, anemici panini con sgargianti fette di pomodoro plastico, focacce stralucide di olio dai cui bordi penzolano frammenti d’insalata arricciati dal crudele contatto con la piastra che dona a tutto quell’inconfondibile sapore di bruciacchiato, mescolato a sentori di formaggio che fu e di lontani ripieni” – ma come garanzia bastano i nomi che Alessandro Frassica ha chiamato a sé per una sorta di Ino and friends di pavarottiana memoria.
Tra giornalisti gourmet e chef di chiara fama, ecco così il contributo – tra gli altri – di Arturo Dori, Enrica Della Martira, Enrico Panero, Giuseppe Calabrese, Leonardo Romanelli, Luca Cai, Paola Mencarelli, Alessia Morabito, Vito Mollica, Marco Stabile, Paolo Gori e Pasquale Torrente.