giovedì 28 Marzo 2024
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Libri: Umberto Montano racconta la sua avventura tra il cibo e la bellezza

L’imprenditore tosco-lucano Umberto Montano, anima del nuovo Mercato Centrale di Firenze, ripercorre il cammino che l’ha portato in pochi anni a scoprire un ciclo di affreschi trecenteschi nel cuore del ristorante “Le Murate” e a ridare nuova vita al mercato coperto di San Lorenzo. Un viaggio – lo dice il titolo – tra il cibo e la bellezza, con le foto di Oliviero Toscani

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Che prima o poi avrebbe dovuto scriverla, la storia della sua “conquista” di Firenze, era chiaro a tutti coloro che vivono il mondo della ristorazione fiorentina. E per Umberto Montano – ristoratore lucano d’origine e fiorentino d’adozione – il momento è arrivato per mettere un po’ di nero su bianco la sua avventura a cavallo tra la sua grande passione, il cibo, e quella bellezza che si è trovato intorno approdando un giorno in riva all’Arno. Il vulcanico deus ex machina del nuovo Mercato Centrale ha infatti appena dato alle stampe “Il cibo e la bellezza” (ed. Giunti), un volume che ripercorre gli anni in cui Umberto si fece conoscere in città con Le Murate, la scoperta di un ciclo di affreschi trecenteschi di grande importanza e le circostanze che hanno portato al loro restauro e agli studi che hanno suscitato. E ancora: il ritrovamento dell’unico ritratto di Dante documentato che sia giunto sino a noi, la vicenda che ha trasformato in un grande ristorante un antico edificio del centro fiorentino, il palazzo dei Giudici e Notai.

umberto montano murate - forchettiere

Ma era solo l’inizio: il palazzo ha riservato a Umberto Montano (primo a sinistra nella foto in alto) la sorpresa di scoprire nelle fondamenta alcune tracce evidenti di un insediamento di età romana. Da quel momento, l’avventura personale e professionale si è allargata, fino alla decisione di prendere in mano il primo piano del Mercato Centrale di San Lorenzo, dandogli nuova linfa. Il libro, insomma, è una storia che racconta diverse storie. Tutte, però, legate da un fil rouge comune: quello di una passione che trova le sue radici nella terra bellissima delle origini del suo protagonista, la Basilicata, e arriva a realizzarsi in un’impresa che trasforma un sogno in realtà, unendo arte, ingegno, coraggio e buona cucina. A impreziosire l’opera, un contributo di Maria Monica Donato – scomparsa nel 2014, era professore ordinario di Storia dell’arte medievale alla Normale di Pisa – che ha per prima studiato gli affreschi del palazzo dei Giudici e Notai e i ritratti di Dante e degli altri letterati presenti su quelle pareti, ed un atlante fotografico di Oliviero Toscani.

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