A 25 anni dalla performance a Sanremo con “Il babà è una cosa seria”, la soubrette, attrice e cantante (ora anche artista) napoletana Marisa Laurito ci racconta il suo rapporto con la cucina e del proliferare dei fornelli in tv e sul web, ma ci parla anche delle cucine regionali italiane
Sono passati oltre 25 anni da quando salì sul palcoscenico dell’Ariston per dichiarare il suo amore per il babà napoletano cantando il brano “Il babà è una cosa seria” tra gli applausi di Sanremo. Da quel momento, la soubrette napoletana Marisa Laurito – all’epoca, nel 1989, già lanciatissima come volto noto della Tv da Renzo Arbore e Quelli della notte – ha fatto della cucina il suo secondo amore. Oddio, forse il terzo, considerato che oggi Marisa si occupa di musica, teatro e arte, sia pittura che scultura. L’abbiamo incontrata a Pitti Uomo, dove si è esibita ina una performance canora e un monologo come ospite del brand napoletano Ultural. La rivedremo presto a teatro, in tournée con lo spettacolo “Sud & South”, e nelle gallerie d’arte di Roma e Miami.
Marisa (nella foto in alto con il “Forchettiere”), che importanza ha avuto la cucina nella sua vita?
Da sempre è una parte integrante della mia vita: la cucina – come si dice dalle nostre parti – aiuta a passare la giornata, è uno di quegli elementi che attengono alla sacralità della vita. È qualcosa di godurioso, che coltivo da anni con grande piacere. Creare un buon piatto fa a tutti gli effetti parte dei benefici della bellezza stessa della vita.
Oggi tv e internet pullulano di ricette. Secondo lei c’è ancora spazio per connubi tra spettacolo e cucina?
Assolutamente sì: se le cose vengono fatte per bene c’è sempre spazio per nuove idee e nuovi personaggi. Ciò che non va bene sono gli eccessi: come al solito, il troppo stroppia ed è facile che anche nel mondo della cucina si possa cadere nel trash e nel banale. La cucina italiana è ancora viva, così come le sue declinazioni regionali: personalmente prediligo quella napoletana e quella emiliana, ma ovunque si va in Italia si casca in piedi. Certo, anche la cucina italiana è minacciata da fattori come l’uso degli Ogm, la tendenza al molecolare e a un naturismo sempre più estremo.
Insomma, Marisa Laurito, 25 anni dopo il babà è ancora una cosa seria?
E certamente, lo è tuttora. Il babà in fondo è uno stratagemma, è un talismano, è uno dei modi di affrontare la giornata con lo spirito giusto. Quando ci sentiamo tristi, i modi per ritirarsi su di morale sono tre: fare l’amore, mangiare un piatto di pasta, e – naturalmente – concedersi un buon babà.