Il vino Mimesi rappresenta il nuovo progetto della Tenuta di Ghizzano per esaltare il terroir, usando cocciopesto e terracotta per creare Sangiovese e Vermentino
Cercava una strada nuova per esaltare il proprio terroir, la Tenuta di Ghizzano. E l’ha trovato guardando al passato, in supporti come il cocciopesto e la terracotta, per creare le due versioni di Mimesi. È così che dopo un periodo di ricerca e sperimentazione la Tenuta a conduzione biologica di 350 ettari (di cui 20 vitati) sulle colline pisane – dal 1370 appartenente alla stessa famiglia, oggi impersonata da Ginevra Venerosi Pesciolini con Lisa, Francesca e la mamma Carla – ha scelto i vasi vinari in Cocciopesto Drunk Turtle e in terracotta Tava per dare forma ad un nuovo progetto, concretizzato per ora in un primo Sangiovese in purezza DOC Terre di Pisa e un Vermentino in purezza IGT Costa Toscana.
“Le due tipologie di anfora – spiega Ginevra Venerosi Pesciolini – sono coerenti con la filosofia produttiva dell’azienda che punta a rispettare ed esaltare il frutto nella sua purezza ed esprimere al meglio il territorio da cui proviene”. Questo materiale, grazie alla sua particolare porosità riproduce la lenta maturazione del vino (14 mesi per il Sangiovese, 4 per il Vermentino, nella foto in basso) e ne favorisce la micro-ossigenazione.
Il nome è invece di derivazione platonica (così come quello dell’omonimo ristorante aperto da poco a Firenze) e indica il desiderio di imitare la natura, la sua perfezione, il suo equilibrio. Per aderire profondamente a una realtà e imitarla, è necessario averla compresa in maniera parimenti profonda. “E a Tenuta di Ghizzano, per comprendere a fondo il Sangiovese allevato nel nostro territorio, lavoriamo da 30 anni” racconta ancora la produttrice.
Per i due Mimesi l’azienda ha scelto le vigne storiche e recuperato metodi antichi ma riproposti in chiave moderna che, dopo un duro lavoro, hanno permesso alla Tenuta di Ghizzano di raggiungere un bel risultato di vini di terroir.
Rispetto ai vini storici – dal Veneroso DOC Terre di Pisa (nato nel 1985 e oggi storico portabandiera dell’azienda) al Nambrot (dal 1996) fino al Ghizzano (rosso e bianco) e al ViadiMezzo 2017 tirato in soli 1200 esemplari, il progetto Mimesi al suo debutto quest’anno segna invece un ulteriore passo avanti nelle “riflessioni” enologiche della produttrice nella direzione dell’integrità e dell’espressività del suo territorio.