Si va per ascoltare musica e farsi vedere, certo. Ma a Sanremo bisogna pur mangiare, durante il festival della canzone italiana. Ecco qualche dritta gastronomica da chi questi frenetici giorni li ha vissuti da vicino…
Sanremo, estremo lembo rivierasco dell’occidente italiano dove l’aria già profuma di Francia fra l’eleganza snob di viali e parchi colorati dove il mare si chiude nell’ampia baia fra Capo Nero e Capo Verde. Qui la vita scorre con ritmi di provincia. Tranne che per una settimana l’anno. La settimana che, non è un caso, cade sempre a Carnevale per il festival della musica italiana. Una settimana spesso freddissima, qualche volta con la neve sulle colline dove il vento che viene dal mare fa spruzzare in faccia le onde e costringe curiosi e presenzialisti della tv a correre freneticamente fra alberghi, bar, ristoranti e vie non solo per inseguire i divi della canzone ma anche per scaldarsi.
Ma a Sanremo si mangia durante il festival? Questa la domanda che mi hanno posto spesso colleghi, parenti e amici parlando dei miei trascorsi nel mondo della musica leggera. Beh se siete a Sanremo fra gli addetti ai lavori (moltissimi) che in qualche modo intorno a questo mondo ruotano la risposta è: poco e male. L’unico pasto del giorno certo è la colazione. Se siete fortunati e avete la camera pagata (meglio se da altri) in uno dei lussuosi ma stantii alberghi cittadini vi potrete abbuffare fra colazioni continentali e all’inglese e riempirvi per tutto il giorno che scorrerà via veloce fra prove, interviste, vertici, scalette e cazzi e mazzi vari… Se invece siete uno sfigato giornalistino di primo pelo o un cantante da karaoke in cerca di gloria e l’unico posto letto che avete trovato è nella cantina di nonna Natalina, una volta giù dalla branda brioche e cappuccino in uno dei molti bar del centro non ve lo nega nessuno.
Il pranzo con una buona dose di fortuna vi può capitare. Ma solo se fugace. E in questo le tradizioni di quest’angolo di Italia che da del tu alla Francia vi è di aiuto. La Sardenaira, antica pizza del luogo e la torta verde con riso e verdure a farcire una sottilissima sfoglia vi danno il pieno di energia e carboidrati fino a tarda notte. Eh sì perché a Sanremo, nella settimana più pazza dell’anno si cena tardissimo… Se poi siete in sala stampa e non avete “il fagotto” scordatevi anche la cena perché poi a fine lavoro, quando sarà notte fonda, il sonno vincerà sicuramente sulla fame. Se invece siete al seguito di qualche artista e i vostri ritmi saranno scanditi dalla scaletta della serata televisiva qualche chance di cenare l’avete. Ovviamente solo dopo l’esibizione perché non si canta mai a pancia piena. Gli sbuffi digestivi non vanno d’accordo con le sette note.
E allora mentre siete lì a trepidare, fra emozione e attesa col vostro divo spesso sclerato a battere i piedini e sporcarsi il vestito buono negli angusti corridoi di quello che pomposamente si chiama teatro Ariston per una settimana ma che smesso l’abito buono della festa è in realtà un piccolo cinema di periferia, vi ritroverete a ingoiare a vuoto e pensare ai piatti semplici e tipicamente mediterranei che si mangia nelle piazzette e stradelle medievali o sul lungomare. Sì, perché il corso che va dall’Ariston al Casinò ma anche in senso opposto fin oltre piazza Colombo anche se ricca di localetti e ovviamente off limit per i re del palcoscenico rincorsi dai fans che presiedono l’Ariston 24 ore su 24. Pesce fresco, pasta fatta in casa e tante verdure oltre all’olio extra vergine della riviera di Ponente: dolce, profumato di frutta e con note di mandorla e mela vi aspettano.
Considerandovi sempre fra i fortunati che hanno il pacchetto di tutto incluso al festival provate i ravioli di borragine o le classiche trofie al pesto che fanno benissimo da queste parti. E poi via libera alle tante verdure cucinate con fantasia a volte ripiene di carne ma comunque sempre condite con l’olio taggiasco oppure, se preferite un secondo, da provare il coniglio con le olive annaffiato col Vermentino. Da non perdere il pesce del Mediterraneo. Soprattutto i fantastici gamberi rossi di Sanremo da mangiarsi crudi, solo con il sale o appena scottati. Da provare anche la buridda preparata con totani polipi e calamari e lo stoccafisso brandacujum mantecato con patate e condito con olio e aglio. Eviteremo di suggerirvi locali, troppi e per tutte le tasche e gusti. Se poi volete giocare fra cibo e musica provate a scoprire dove vanno e cosa mangiano i vostri prediletti del pentagramma. Ne scoprirete delle belle…
Appassionati di coniglio alle olive che dopo pochi anni si chiudono in ascetico ritiro in un albergo isolato fuori porta a mangiare solo miglio ad esempio. Oppure ex divi che non riconosce più nessuno che passeggiano per ore sul corso a mano tesa non si sa se per fare la questua o per cercare di essere salutati da chi non li saluta più. A Sanremo nei giorni del festival, e non è un caso, è un bellissimo carnevale. A tavola e fuori.