Dopo i tanti rinvii forzati dalla pandemia, Only Wine 2021 – tenutasi a Città di Castello (PG), nel parco di Palazzo Vitelli a Sant’Egidio – è stato il primo evento enoico aperto a pubblico ed operatori di settore
Svoltasi interamente outdoor, nel pieno rispetto per le regole di sicurezza vigenti, la manifestazione Only Wine 2021 ha accolto i migliori produttori vitivinicoli under 40, i proprietari di case vinicole con meno di 15 anni di storia e le cantine con un massimo di 7 ettari di superficie vitata, tutti italiani e selezionati dall’Associazione Italiana Sommelier.
Only Wine, ideata da Andrea Castellani, ha visto quest’anno la partecipazione di quasi 100 produttori, tutti desiderosi di ripartire; stando ad un questionario che gli stessi organizzatori hanno sottoposto alle cantine, quasi l’80% di loro ha infatti avuto, a seguito del 2020, un calo del fatturato di circa il 50%: per tutti, quindi, Only Wine 2021 è stata occasione di rilancio. La manifestazione ha potuto contare sulla partecipazione, da nord a sud, di vere e proprie eccellenze. In particolare, per quanto riguarda l’Umbria, che ha ospitato l’evento, hanno aderito Bettalunga, Cantina GB Bennicelli, Cantina Ninni, Cantina Semonte, Le Cimate, Lumiluna Casa Vinicola, Poggio Lupo e Terra di Rovo.
Bettalunga è gestita dal giovane viticoltore ed enologo Alessandro Lanterna; sita a Marsciano (PG), rispettando al massimo le peculiarità e le caratteristiche dei singoli vitigni, Bettalunga è portavoce del miglior artigianato enologico. In particolare, “Povento” e “Rigaldo”, rispettivamente trebbiano procanico e grechetto, sembrano parlare per conto di Alessandro; in entrambi i casi, infatti, la schiettezza è tutto e se da un lato si trova freschezza e immediatezza, dall’altro sono complessità e struttura ad avere la meglio.
Cantina GB Bennicelli, invece, si trova a Solfagnano, al limite nord del comune di Perugia, ed è un’azienda con ben 150 anni di storia alle spalle; per quanto in questo secolo e mezzo siano cambiate molte cose, ciò che non è venuto meno è il suo principio fondante: la cura e la conservazione del territorio. Con il sostegno della vecchia guardia, l’azienda può oggi contare sulle giovanissime leve della famiglia Bennicelli, che hanno fatto propri tradizione, impegno e intraprendenza. Significativa, in particolare, è l’attenzione riservata alla riscoperta dell’antica arte della macerazione: il Trebbiano Macerato e il Pinot Grigio Macerato sono due autentici cavalli di razza.
Cantina Ninni e il suo timoniere, Gianluca Piernera, sono altresì legati a doppio filo al trebbiano spoletino; Gianluca non è solo uno che dal vino si è fatto trovare, è anche uno che ha saputo raccogliere – in questi anni – la grande sfida che lo stesso gli ha lanciato: oggi i suoi vini, che del loro produttore sembrano ricalcare non solo il temperamento ma anche le fattezze, sono l’innegabile testimonianza di una vittoria.
Cantina Semonte, sita nell’eugubino, deve invece tutto alla famiglia di Giovanni Colaiacovo; quest’ultima infatti ha riconosciuto le peculiarità, dal punto di vista vitivinicolo, del vasto territorio attorno a Gubbio e ha compreso anche l’importanza di ripercorrerne la storia: è così, per esempio, che è nato il “Cordaro”, un dolcetto in purezza. Stando alle tracce storiche, infatti, l’insediamento del vitigno nei poderi dell’eugubino risale a poco dopo l’Unità d’Italia e il vino che se ne otteneva era di tale qualità da essere, all’inizio del ‘900, tra i più apprezzati; oggi Cantina Semonte lo ripropone, mantenendone la pienezza del gusto e l’inconfondibile stoffa.
Di contro, Le Cimate è nata nel 2011, a Montefalco, su iniziativa di Paolo Bortoloni; quest’ultimo, nipote di quello che è stato, per più di vent’anni, Presidente della cantina sociale dei Colli Spoletini, si è fatto guidare da un’innata passione per la viticoltura e oggi, con un occhio rivolto alla tradizione e l’altro all’innovazione, dà vita ad eccellenti espressioni del territorio, su tutti il Montefalco Sagrantino DOCG.
Giulio Rinaldi e Luca Bigicchia di Lumiluna Casa Vinicola sono, invece, due restauratori di vigne: per loro una vigna abbandonata è una vigna da recuperare. I due, se da un lato riportano a nuova vita varietà quasi dimenticate, dall’altro producono vini a tratti spigolosi ed eppure di grande generosità, che ben rispecchiano il carattere degli umbri; ci pensano poi i loro rifermentati in bottiglia, “Rex Banner” e “Mindy”, ad aggiungere quel pizzico di esuberanza che manca.
Poggio Lupo, alla cui guida troviamo il giovane Alberto Morgante, prende altresì il nome dall’omonima frazione del comune di Allerona, a nord di Orvieto. Vicina alla Strada dei Vini Etrusco-Romana, Poggio Lupo sorge su un antico terreno e dà vita a vini di grande bevibilità. Il “Vigna Vecchia”, in particolare, prodotto a partire da una vigna di oltre 50 anni, è un bianco che esprime a pieno il forte legame con la tradizione e con il territorio della famiglia Morgante: super invitante.
Terra di Rovo, infine, è sita nel territorio dello spoletino e fa della tutela della biodiversità il suo punto di forza. Giulia Mercatelli, che ne è alla guida, punta sulla produzione di due vini – un Trebbiano Spoletino e un Cabernet Sauvignon – plasmati esclusivamente dai ritmi della Natura. L’uva è coltivata in modo sostenibile, senza uso di pesticidi e fertilizzanti, e i vini che se ricavano non sono filtrati e nemmeno aggiunti di solfiti. Il Trebbiano Spoletino, in particolare, è davvero sorprendente: unico per finezza e poliedricità.