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Only Wine 2021, l’Italia dei “giovani & piccoli” del vino riparte dall’Umbria

Dopo i tanti rinvii forzati dalla pandemia, Only Wine 2021 – tenutasi a Città di Castello (PG), nel parco di Palazzo Vitelli a Sant’Egidio – è stato il primo evento enoico aperto a pubblico ed operatori di settore

only wine 2021
ph. Marco Montori

Svoltasi interamente outdoor, nel pieno rispetto per le regole di sicurezza vigenti, la manifestazione Only Wine 2021 ha accolto i migliori produttori vitivinicoli under 40, i proprietari di case vinicole con meno di 15 anni di storia e le cantine con un massimo di 7 ettari di superficie vitata, tutti italiani e selezionati dall’Associazione Italiana Sommelier.

only wine 2021
ph. Marco Montori

Only Wine, ideata da Andrea Castellani, ha visto quest’anno la partecipazione di quasi 100 produttori, tutti desiderosi di ripartire; stando ad un questionario che gli stessi organizzatori hanno sottoposto alle cantine, quasi l’80% di loro ha infatti avuto, a seguito del 2020, un calo del fatturato di circa il 50%: per tutti, quindi, Only Wine 2021 è stata occasione di rilancio. La manifestazione ha potuto contare sulla partecipazione, da nord a sud, di vere e proprie eccellenze. In particolare, per quanto riguarda l’Umbria, che ha ospitato l’evento, hanno aderito Bettalunga, Cantina GB Bennicelli, Cantina Ninni, Cantina Semonte, Le Cimate, Lumiluna Casa Vinicola, Poggio Lupo e Terra di Rovo.

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ph. Marco Montori

Bettalunga è gestita dal giovane viticoltore ed enologo Alessandro Lanterna; sita a Marsciano (PG), rispettando al massimo le peculiarità e le caratteristiche dei singoli vitigni, Bettalunga è portavoce del miglior artigianato enologico. In particolare, “Povento” e “Rigaldo”, rispettivamente trebbiano procanico e grechetto, sembrano parlare per conto di Alessandro; in entrambi i casi, infatti, la schiettezza è tutto e se da un lato si trova freschezza e immediatezza, dall’altro sono complessità e struttura ad avere la meglio.

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ph. Marco Montori

Cantina GB Bennicelli, invece, si trova a Solfagnano, al limite nord del comune di Perugia, ed è un’azienda con ben 150 anni di storia alle spalle; per quanto in questo secolo e mezzo siano cambiate molte cose, ciò che non è venuto meno è il suo principio fondante: la cura e la conservazione del territorio. Con il sostegno della vecchia guardia, l’azienda può oggi contare sulle giovanissime leve della famiglia Bennicelli, che hanno fatto propri tradizione, impegno e intraprendenza. Significativa, in particolare, è l’attenzione riservata alla riscoperta dell’antica arte della macerazione: il Trebbiano Macerato e il Pinot Grigio Macerato sono due autentici cavalli di razza.

Cantina Ninni e il suo timoniere, Gianluca Piernera, sono altresì legati a doppio filo al trebbiano spoletino; Gianluca non è solo uno che dal vino si è fatto trovare, è anche uno che ha saputo raccogliere – in questi anni – la grande sfida che lo stesso gli ha lanciato: oggi i suoi vini, che del loro produttore sembrano ricalcare non solo il temperamento ma anche le fattezze, sono l’innegabile testimonianza di una vittoria.

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ph. Marco Montori

Cantina Semonte, sita nell’eugubino, deve invece tutto alla famiglia di Giovanni Colaiacovo; quest’ultima infatti ha riconosciuto le peculiarità, dal punto di vista vitivinicolo, del vasto territorio attorno a Gubbio e ha compreso anche l’importanza di ripercorrerne la storia: è così, per esempio, che è nato il “Cordaro”, un dolcetto in purezza. Stando alle tracce storiche, infatti, l’insediamento del vitigno nei poderi dell’eugubino risale a poco dopo l’Unità d’Italia e il vino che se ne otteneva era di tale qualità da essere, all’inizio del ‘900, tra i più apprezzati; oggi Cantina Semonte lo ripropone, mantenendone la pienezza del gusto e l’inconfondibile stoffa.

Di contro, Le Cimate è nata nel 2011, a Montefalco, su iniziativa di Paolo Bortoloni; quest’ultimo, nipote di quello che è stato, per più di vent’anni, Presidente della cantina sociale dei Colli Spoletini, si è fatto guidare da un’innata passione per la viticoltura e oggi, con un occhio rivolto alla tradizione e l’altro all’innovazione, dà vita ad eccellenti espressioni del territorio, su tutti il Montefalco Sagrantino DOCG.

ph. Marco Montori

Giulio Rinaldi e Luca Bigicchia di Lumiluna Casa Vinicola sono, invece, due restauratori di vigne: per loro una vigna abbandonata è una vigna da recuperare. I due, se da un lato riportano a nuova vita varietà quasi dimenticate, dall’altro producono vini a tratti spigolosi ed eppure di grande generosità, che ben rispecchiano il carattere degli umbri; ci pensano poi i loro rifermentati in bottiglia, “Rex Banner” e “Mindy”, ad aggiungere quel pizzico di esuberanza che manca.

ph. Marco Montori

Poggio Lupo, alla cui guida troviamo il giovane Alberto Morgante, prende altresì il nome dall’omonima frazione del comune di Allerona, a nord di Orvieto. Vicina alla Strada dei Vini Etrusco-Romana, Poggio Lupo sorge su un antico terreno e dà vita a vini di grande bevibilità. Il “Vigna Vecchia”, in particolare, prodotto a partire da una vigna di oltre 50 anni, è un bianco che esprime a pieno il forte legame con la tradizione e con il territorio della famiglia Morgante: super invitante.

ph. Marco Montori

Terra di Rovo, infine, è sita nel territorio dello spoletino e fa della tutela della biodiversità il suo punto di forza. Giulia Mercatelli, che ne è alla guida, punta sulla produzione di due vini – un Trebbiano Spoletino e un Cabernet Sauvignon – plasmati esclusivamente dai ritmi della Natura. L’uva è coltivata in modo sostenibile, senza uso di pesticidi e fertilizzanti, e i vini che se ricavano non sono filtrati e nemmeno aggiunti di solfiti. Il Trebbiano Spoletino, in particolare, è davvero sorprendente: unico per finezza e poliedricità.

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