sabato 20 Aprile 2024
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Il Risiko degli chef: da Entiana a Pescatore, i grandi spostamenti e lunghi addii a Firenze

Avevano iniziato Gabriele Andreoni e Romualdo Rizzuti qualche settimana fa, e nel giro di poco tempo diversi chef hanno lasciato i rispettivi ristoranti, dando vita a un vero e proprio Risiko: con l’addio di Entiana Osmenzeza e Daniele Pescatore si aprono in città scenari interessanti

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Tutto in pochi giorni. Anzi, nel caso di Entiana Osmenzeza e Daniele Pescatore, tutto in una manciata di ore. La giovane chef albanese di Gurdulù ha deciso di abbandonare il lanciatissimo ristorante di Santo Spirito, mentre il napoletano alla guida della “casa di cucina” in piazza del Carmine ha interrotto – consensualmente – la collaborazione con l’imprenditore Pasquale Caprarella, mentre erano già note le vicende di Gabriele Andreoni al Santo Graal e di Romualdo Rizzuti alla pizzeria Sud del Mercato Centrale. Sta di fatto che oggi sulla piazza fiorentina ci sono almeno tre locali dal grande potenziale e altrettanti professionisti della ristorazione disponibili (se non ora, a stretto giro) a rimettersi in gioco.

entiana

Nel caso di Entiana Osmenzeza, chef osannata dalla critica, l’addio a Gurdulù arriva dopo che in meno di un anno le sono piovuti addosso decine di  articoli, servizi e recensioni a livello nazionale. Un cammino che, bruciando le tappe, sembrava indirizzare verso un unico obiettivo: la stella Michelin. Ed è proprio qui, secondo diversi osservatori, che potrebbero essere lette alcune delle ragioni dell’addio. Pur avendo una cucina di indiscusso talento, difficilmente infatti Gurdulù potrebbe rientrare nei canoni della guida francese. Oltre a ciò, la maternità di Entiana potrebbe reclamare il giusto posto nelle priorità personali della chef. In ogni caso, a lei e alla struttura di Santo Spirito i nostri migliori auguri.

daniele pescatore Fratelli Cuore Firenze - Il forchettiere

Capitolo Daniele Pescatore: dopo due anni di gestione del ristorante Da’ Pescatore (e in misura minore anche Fratelli Cuore alla stazione di Santa Maria Novella), il sodalizio con i fratelli Caprarella – una partecipazione “vissuta e gratificata nel migliore dei modi, grazie alla forte intesa e fiducia reciproca”, dice una nota – giunge al termine. I fratelli Caprarella volgeranno le loro energie sul ristorante La Loggia al piazzale Michelangelo e continueranno la sfida con Fratelli Cuore, mentre Daniele Pescatore continuerà il progetto in altra sede. Non è escluso che, partendo dalle comuni origini, non nasca una liason professionale proprio con Romualdo Rizzuti, quando il pizzaiolo sarà tornato in Italia. Sembra però che la volontà sia di continuare con l’idea di una casa di cucina più che imbarcarsi in situazioni trasversali tra cucina e pizza. Ma perché la storia in piazza del Carmine è finita? Per certi versi è un mistero, in effetti, perché la cucina è probabilmente la migliore di pesce che oggi si annoveri a Firenze, unita all’eleganza e al servizio impeccabile. Non a caso, proprio Daniele Pescatore è – insieme a Matteo Lorenzini – uno dei due candidati in pole position a entrare nel giro della stella Michelin…

andreoni

Capitolo Gabriele Andreoni: dopo l’addio al Santo Graal per divergenze di vedute con l’imprenditore Emanuele Canonico, il giovane chef sta continuando a vagliare proposte sul territorio fiorentino. Tra i diversi incontri e colloqui non è mancato quello con l’entourage di Gurdulù, ma da qui a trovare un accordo sembra che il percorso non sia in discesa. Per un talento come Andreoni, comunque, la necessità di una scelta ragionata e ponderata è il primo pensiero. E il Santo Graal in Porta Romana? Con tutta probabilità, tra pochi giorni dovrebbe riaprire: i nuovi titolari – se l’accordo con Emanuele Canonico è stato ratificato – saranno gli stessi dell’enoteca Pitti Gola & Cantina in piazza Pitti. Quale taglio porteranno nel nuovo locale? A breve sarà noto.

Una breve riflessione, alla fine: le motivazioni per cambiare casacca possono essere molteplici, da parte di uno chef, così come ogni ristoratore non può non tenere conto di una serie di fattori, in primis quello economico. Non è un mistero che l’alta cucina – a Firenze così come nel resto d’Italia e del mondo – fatichi a far quadrare i conti, ed è per questo che una delle tendenze che da qualche tempo si va consolidando è la formula dei ristoranti IN hotel (che, attenzione, non significa ristoranti DELL’hotel), a partire dal caso di Heinz Beck e la Pergola dell’hotel Rome Cavalieri Waldorf Astoria. Finora a Firenze ciò ha portato Matteo Lorenzini a poter esprimere il suo talento al Westin Excelsior, o il St. Regis a potersi avvalere di Valeria Piccini. C’è da chiedersi se anche qualcuno degli chef che oggi lasciano le rispettive strutture stiano già puntando a qualcosa del genere, che oggi sembra l’unico modo di poter conciliare i conti con la cucina di alta fascia.

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