Secondo il rapporto “RistoratoreTop 2019”, gli 367 stellati in Italia rappresentano lo 0,1% del totale dei ristoranti ma con i loro 284 milioni di euro “pesano” appena lo 0,33% del fatturato annuo complessivo del settore, ossia 85 miliardi
Sono il volto della ristorazione italiana, sono quelli che scrivono libri e vanno in tv. Più di tutto, sono quelli che dettano le regole del mangiar bene e lanciano le tendenze. Ma alla fine rappresentano appena lo 0,1% dei locali italiani e pesano lo 0,33% in termini di fatturato. Secondo il rapporto “RistoratoreTop 2019“, presentato a Rimini, i 367 stellati Italia hanno un impatto economico irrisorio: il dossier ha stimato un fatturato annuo degli stellati pari a 284.380.000 di euro, lo 0,33% degli 85 miliardi complessivi.
Un dato, questo, che pur nella crudezza dei numeri potrebbe – dovrebbe, forse – far riflettere gli addetti ai lavori sulla disparità di trattamento riservato a chi appartiene all’élite e chi no. Una situazione ben diversa da quella che si respira nel mondo del calcio, dove gli ingaggi di una piccolissima parte dei giocatori di serie A “pesano” quanto centinaia di colleghi delle serie inferiori. Vicenda annosa, su cui è inutile spendere altre parole: da un lato c’è chi grida allo scandalo, dall’altro chi riconosce in queste disparità una normale logica di mercato.
Nel campo della ristorazione, come mostrano i dati, oltre a rappresentare un decimale di punto del totale dei locali della Penisola, gli stellati arrivano allo 0,33% del fatturato. Eppure tra copertine, approfondimenti, consulenze e via così si spartiscono una buona fetta della visibilità. A fornire questi numeri è stato Lorenzo Ferrari, presidente dell’Osservatorio Ristorazione, secondo cui “tutti oggi vogliono fare da mangiare, complice anche la spinta mediatica che vede protagonisti i ristoranti stellati e i relativi chef. È interessante constatare come queste realtà, 367 in Italia, abbiano però un impatto economico irrisorio”.