venerdì 29 Marzo 2024
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La storia della prima stella Michelin alle isole Fær Øer e dell’ispettore che andò fin lassù

Aperto nel 2011, il Koks riceve quest’anno la sua prima stella Michelin, inserendosi nella lista delle migliori esperienze gastronomiche al mondo. Si tratta della prima stella Michelin per Isole Fær Øer. Lo chef Poul Andrias Ziska aggiunge di usare solo prodotti locali (che includono i globicefali)

KOKS CPH. 52BW

La notizia è seria et degna di nota: per la prima volta un ristorante delle isole Fær Øer – il piccolo arcipelago che si trova nel nord dell’oceano Atlantico tra la Scozia, la Norvegia e l’Islanda, a 320 km dalle coste inglesi – ha conquistato una stella Michelin. Si tratta del Koks (la cui pronuncia letterale, in inglese, lascia qualche perplessità) dello chef 26enne Poul Andrias Ziska. E fin qui tutto ok, secondo quanto racconta una nota del portale turistico danese. Unico piccolo strafalcione, nel titolo, quando si dice che il locale “vince” la prima stella Michelin, la quale invece si assegna o – d’altro lato – al massimo si conquista.

isole Fær Øer

Tornando a bomba, scopriamo che il Koks è aperto dal 2011 e da quest’anno si inserisce nella lista delle migliori esperienze gastronomiche al mondo. “Al Koks – spiega Ziska – vogliamo creare un’incredibile esperienza culinaria basata sulle nostre origini e sulle nostre tradizioni faroesi, utilizziamo solo prodotti locali. Questa è la nostra forza, spesso i nostri prodotti parlano per noi”. Ziska esplora le sue origini e la trazione faroese adottando le tecniche di affumicatura, fermentazione e salagione. “Il menu del Koks – si legge – è rigorosamente stagionale (le isole Fær Øer hanno un clima oceanico subpolare e piove 260 giorni l’anno, ndF) ed unisce tradizione e modernità nei suoi piatti delicati con una cucina semplice, pura, fresca e tradizionale”.

KOKS CPH. 42BW

Ok, mi viene la curiosità e vado a documentarmi. Scopro che le isole Fær Øer non sono più abitate di Scandicci e che – in quanto arcipelago, per giunta con alcune isole disabitate – la filosofia del km zero lascia magari poca scelta nella varietà dei piatti. Tra le prelibatezze di zona ci sono i Grindadráp, o globicefali, una sorta di piccole balene la cui caccia è una tradizionale locale.

Torshavn isole Fær Øer

Da qui la seconda parte della storia, quella – semiseria e del tutto inventata – dell’ispettore Michelin che arriva fin alle isole Fær Øer per giudicare il ristorante. Me lo immagino a testa bassa, qualche settimana prima, nella sala riunioni della celebre guida francese, mentre vengono assegnate le zone di competenza. “Ti prego, fa’ che non tocchi a me” deve aver implorato a una divinità evidentemente in quel momento distratta. Poi il suo nome risuona nell’aria, mentre tutti i suoi colleghi emettono il più discreto dei sospiri di sollievo, e viene associato al nome Tórshavn, la capitale delle isole Fær Øer. Lo immagino quindi tornare a casa desolato, poi mettere in valigia taccuino, guanti e ombrello e imbarcarsi alla volta dell’arcipelago. È come se lo vedessi, scendere al molo e chiedere del locale in inglese, cercando di non ridere mentre scandisce Hi, I’m looking for Koks, can you help me? a qualche nerboruto scaricatore vichingo. Arrivato fin là, vuoi non concederti un filetto di Grindadráp? E non vorrai lasciare le isole Fær Øer senza aver dato un giusto premio, prima di reimbarcarti verso casa con in bocca il “raest”, il sapore della carne fermentata?

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