Da una parte il “tradizionale” sushi (con qualche strizzata d’occhio ai sapori nostrani come burrata e patata), dall’altro i cocktail occidentali con varianti asiatiche ad hoc: ha aperto i battenti a Firenze Zushi, il 20° ristorante giapponese gluten free della catena italiana. La novità: le calorie di ogni piatto sono indicate nel menù
Per gli appassionati del sushi, da oggi a Firenze c’è un’opzione in più: là dove una volta sorgeva uno dei punti vendita Blockbuster, in viale Belfiore a Firenze, adesso arriva Zushi, la catena italiana delle tradizionali pietanze giapponesi. La crisi economica e lo sviluppo di tecnologie alternative hanno messo in ginocchio il colosso dei videonoleggi, e al suo posto si è fatto spazio un brand che nel giro di appena dieci anni ha realizzato una ventina di locali in tutto il nord Italia (Milano, Tornio, Verona, Vicenza, Thiene, Paova, Treviso, Trieste, Brescia, Bergamo, Mantova, Modena, Bologna, Parma, Reggio Emilia, Rimini, Trento e Bolzano). Quello fiorentino, inaugurato proprio ieri, è (finora) il più a sud della penisola, considerando che la prossima apertura sarà a Ravenna.
Come ci racconta il CEO e fondatore di Zushi, il veronese Cristiano Gaifa, si tratta di un japanese restaurant un po’ particolare: “Ovviamente non manca il sushi – spiega – ma abbiamo voluto dargli un’impostazione più giovane, più attenta alle tendenze alimentari, più ricercata anche nella scelta degli ingredienti e degli accostamenti”. Ciò si traduce sia in una particolare cura per l’aspetto visivo (evidente negli uramaki) sia nella presenza di materie prime come olio al tartufo, patata viola, fragole, mandorle, burrata e così via. E ancora: sul menù sono riportate le calorie – comprese tra le 40 del riso o le 45 della zuppa di Miso, fino alle 845 dell’intero menù degustazione – oltre all’eventuale piccantezza e il gluten free.
In quanto alla parte drink, Zushi arriva a Firenze con una ben precisa filosofia di mixology: oltre ai classici cocktail occidentali sarà possibile assaggiare – insieme ai distillati orientali sic et simpliciter – alcune varianti asiatiche: ecco dunque che il bartender potrà servire il mojito, il daiquiri o il Long Island con basi alcoliche inusuali.
Il locale è ricercato, sofisticato, con alcune trovate di sicuro effetto – la possibilità di conservare la borsa nel sottosedia – e scelte architettoniche come la pareti interne in vetro che invece possono causare qualche… botta in testa agli avventori più distratti (cosa accaduta più di una volta durante il vernissage). La musica lounge potrebbe essere tenuta col volume sensibilmente più basso, ma su questo – così come sulla qualità del sushi, che non può essere giudicata da un’inaugurazione – ci ripromettiamo di tornare a verificare.
Come tutti gli altri punti vendita italiani, anche la sede fiorentina di Zushi punta molto sul take-away, con tanto di app per smartphone, iPad e Android da poter scaricare per ordinare il pasto e vederselo consegnato a casa o in ufficio in tempi brevi (dalle 12 alle 14,30 e dalle 19 alle 22).