QUESTA è la storia di un vino. E del suo battesimo speciale, su un’isola verde e selvatica in mezzo a un mare di cristallo, baciata da un dolcissimo sole. Un vino così non può essere un vino qualunque. Infatti: ne usciranno in commercio, tra pochi giorni, solo 2.700 bottiglie da tre quarti più circa 150 magnum. Tutte numerate. Tutte vestite da un’etichetta elegantissima, ricca di storia come la terra che l’ha ispirata. L’isola di Gorgona. E la sua colonia penale. Il carcere-azienda agricola: con la vigna, gli olivi, gli allevamenti (maiali, vacche e tori, pecore, capre), le api con le arnie e il miele, lo spaccio con il pane, le piante officinali.
UN VINO fortunato, “Gorgona”, matrimonio di uve perfino scontate, nel territorio, però capaci di grandi sensazioni, in questo territorio, in questo contesto: una bella parte di ansonica, quel bianco forte e generoso che prospera su tutta la costa tirrenica a partire da dove lo chiamano insolia, ma qui manifesta un carattere ancor più spavaldo, e il gentile vermentino, che qui probabilmente diventa più lieto e scoppiettante, complice un lieve passaggio in vecchia barrique.
MA FIN QUI, nulla di nuovo. E’ che… questo è un vino fortunato anche per i “genitori”. Da una parte la colonia penale con i suoi reclusi e le attività già avviate, ma un po’ appassite, e una direttrice che non ci sta: lei è Maria Grazia Giampiccolo, già, proprio quella che a Volterra (ha anche quello, nella sua pertinenza da direttore) ha inventato le “Cene Galeotte”, chef stellati al lavoro con i detenuti, e tra i detenuti c’è già chi ha trovato posto durante la semilibertà come maitre a Volterra, o chi ha aperto un locale tutto suo in Calabria. Con lei, un signore che produce vino da… trenta generazioni. Lamberto Frescobaldi. Che ha udito l’appello, ha sentito il richiamo, è partito e non si è nemmeno dovuto lasciar convincere, ha portato a Gorgona i suoi tecnici, come si dice il suo know how, la passione, la voglia di fare e dare.
LA VIGNA c’era, sull’isola. Dal 1999. Due ettari in una conca naturale armoniosa e ricchissima di suggestioni e profumi, tutto il Mediterraneo in un colpo d’occhio, dalla corona di pini e ginestre fino alla terra, sabbia e limo di un bel rosso dove indovini tanto minerale. C’era la vigna con tante uve, anche rosse, e qualcosa c’è rimasto, ma intanto era scesa la disponibilità, forse anche la voglia. Poi era arrivato Salvatore, siciliano, appassionato di vigna, e l’aveva ripresa, poi è arrivata la Direttrice (eh sì, la maiuscola la merita proprio) e l’appello e… E’ partito il Progetto Granducato, 550mila euro dalla Cassa Ammende. Non bastava. L’appello. Lamberto Frescobaldi risponde. I detenuti ci stanno: c’è Umberto, torinese, 42 anni tra un paio di settimane, c’è Francesco, siciliano, e Brian, trevigiano, trentenni. Storie pesanti, drammi. Delitti, anche a troci. Non sarebbero in carcere. Anche se Gorgona non è carcere, “non quello che ti rimbecillisce 22 ore al giorno in cella davanti alla tv, poi la notte senti esplodere un coro agghiacciante di urla”, dice Umberto, “qui lavoro, ti spacchi la schiena, mentre lavori pensi a quello che hai fatto ma anche a quello che potrai fare, anche se…” Anche se. Ecco Frescobaldi, il suo progetto, il suo sì. Perfino commosso.
OGGI il vino è in bottiglia e nei calici per un bel pubblico in festa, c’è tutto il personale penitenziario della colonia (80 persone tra l’isola e Livorno), ci sono funzionari della Regione, Frescobaldi e i suoi tecnici, un bel po’ di giornalisti. Ci sono i ragazzi che preparano, cucinano, lavorano, servono. Ci sono i partner: Agrotractors, che ha donato un bel trattore fiammante; Simonetta Doni e il suo studio, che hanno vestito di storia, eleganza e cultura il vino; Annie Feolde e Ivano Boso per l’Enoteca Pinchiorri, che all’isola ha dedicato un piatto, Risoni alle chiocciole di Gorgona. C’è “Gorgona”, più che mai un messaggio in bottiglia, a lanciarlo è la stessa Giampiccolo: “Bisogna coinvolgere il territorio e i privati”. Ma l’appello è raccolto. Il vino va in vendita: 50 euro in enoteca – prezzo “politico”: vale il messaggio, e la rarità – poi anche nei ristoranti di gamma alta.
NON SOLO. Lamberto Frescobaldi ha portato con sé Alberto Marcomini, oggi giornalista ma fino a ieri una vita nei formaggi. Un’occhiata al caseificio, su in alto. Breve, sufficiente. Un assaggino, folgorante. Formaggi a latte crudo perché il pastorizzatore non c’è. Meglio: è più comunicativo. Partirà a luglio, il nuovo progetto formaggi Gorgona. Su pecorini e caprini, bisognerà sacrificare il bovino perché l’alimentazione di qualità è troppo costosa, per capre e pecore l’alimento disponibile sull’isola è invece qualità allo stato puro. E poi il resto…
GORGONA, quella che resta, guarda. Con gli occhi della signora Luisa, 86 anni, ultima residente fissa. Parlano di ampliare il carcere, le dà fastidio? “Macché: il carcere per noi è vita, senza il carcere non avremmo luce e e acqua”. Più di così…