sabato 27 Aprile 2024
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L’Acciuga: a Perugia ricerca e complessità per lo chef Marco Lagrimino

Dal 2020 a Perugia, lo chef Marco Lagrimino (L'Acciuga, 1 stella Michelin) non ha perso la mano felice che lo ha sempre contraddistinto: la sua è una cucina di ricerca e territorio, di accostamenti fuori dall'ordinario e sapori intensi. E quel risotto....

foto di Luca Managlia

Sono passati oltre sei anni da quando per la prima volta il nome dello chef Marco Lagrimino si affacciò sulla piazza enogastronomica, aprendo – insieme alla compagna di sempre Nadia Moller – il Momio, nell’Oltrarno fiorentino. Da allora tante cose sono cambiate, e il percorso dello chef laziale si è spostato prima all’Osteria del Castello di Volpaia e poi (più o meno all’inizio della pandemia) in Umbria, alle porte di Perugia, al ristorante L’Acciuga oggi stellato Michelin, esempio del piccolo rinascimento del fine dining regionale.

chef Marco Lagrimino (ristorante L'Acciuga - Perugia)

Ciò che non è cambiata – ma al massimo si è evoluta – è la mano felice dello chef classe ’85, a suo agio nel trasformare la materia prima in maniera gentile e complessa al tempo stesso, senza stravolgerla ma proponendola in una chiave mai banale grazie ad accostamenti pescati nel territorio e/o fuori dal mainstream. A dargli man forte Nadia, che arricchisce la sala con immutato garbo.

il ristorante Acciuga Perugia

A ben vedere, L’Acciuga non è un locale ordinario, da più punti di vista. Intanto per la posizione in sé: non accade molto spesso, infatti, che la Michelin premi con la stella ristoranti situati in una zona cittadina non certo privilegiata. Ci troviamo in periferia, con le auto che sfrecciano a poca distanza, ma va dato atto a Marco e Nadia di aver saputo superare questa contingenza.

la brigata dello chef Marco Lagrimino (ristorante L'Acciuga - Perugia)

Poi è singolare la struttura in sé, che tanto all’esterno quanto all’ingresso richiama atmosfere marinare e suggestioni vacanziere – dall’angolo bar alle divise di sala, dal pavimento in assi di legno fino al cordone del corrimano e al colore bianco dominante – proprio nell’unica regione italiana (insieme alla Val d’Aosta) non bagnata dal mare.

lo chef Marco Lagrimino e Nadia Moller (ristorante L'Acciuga - Perugia) ph. Luca Managlia

Originalità nei dettagli, quindi, che si ritrova anche nei piatti di Marco Lagrimino. Sia in quelli della carta (antipasti e primi da 25 a 27 euro, secondi da 37 a 40 euro, dessert a 15) sia quelli dei due menù degustazione: i loro nomi – “Conoscersi” (5 portate a 80 euro) e “Fidarsi” (7 portate a 95 euro) sono in fondo gli stessi dei tempi del Momio, a riprova che certi frammenti del passato è bene continuare a portarli con sé.

lo chef Marco Lagrimino e Nadia Moller (ph. Luca Managlia)

Tra gli antipasti, ça va sans dire, c’è anche quell’acciuga in cui Marco e Nadia hanno intravisto il paradigma della propria ispirazione: pesce povero, sì, ma ricco di qualità. Viene proposta in una selezione – macché Cantabrico, si va dal Cilento a Reggio Calabria e Siracusa – con pane all’avena, giardiniera e burro montato.

la trota dello chef Marco Lagrimino (ristorante L'Acciuga - Perugia) ph. Luca Managlia

Dopo l’amuse bouche in cui spiccano le carote alla Viterbese, antica ricetta medievale che prevede marinatura nelle spezie, il percorso dell’Acciuga parte con la trota marinata con sale e zucchero accompagnata da barbabietola, le sue uova e kefir affumicato. Piatto fresco, delicato e aromatico, con una punta d’intensità quando le uova finiscono sul palato.

la zucca dello chef Marco Lagrimino (ristorante L'Acciuga - Perugia) ph. Luca Managlia

Come alternativa, tra gli antipasti, non mancano le due varietà di zucca (butternut e mantovana) e altri elementi (olio, semi e succo) dello stesso ortaggio, accompagnati dal formaggio “intruso” stagionato un anno, tipico del territorio (Caseificio di Montecristo), e cardoncelli in polvere.

Il risotto dello chef Marco Lagrimino (ristorante L'Acciuga - Perugia)

Se c’è un piatto che da sempre è nelle corde di Marco Lagrimino, è il risotto. Qui all’Acciuga lo chef lo propone cotto in un brodo di fieno e camomilla, poi mantecato col burro e limone salato, formaggio Magnus di pecora, e un fondo di sedano rapa. Piatto intenso, con l’amaricante come nota prevalente, ma mai sopra le righe.

I cardoncelli dello chef Marco Lagrimino (ristorante L'Acciuga - Perugia) ph. Luca Managlia

L’alternativa qui è rappresentata dai cardoncelli prima cotti al vapore, lasciati a riposare per 48 ore, infine grigliati e laccati con glassa di funghi. Completano il piatto crema di noci, olio di elicrisio e bacche di sambuco sciroppate. Un piatto complesso, dalla spiccata terrosità e denso dell’essenza stessa del fungo.

Triglia e coniglio dello chef Marco Lagrimino (ristorante L'Acciuga - Perugia)

Anche i secondi mostrano l’abilità di Marco Lagrimino di superare le barriere di carne e pesce proponendo una triglia in crosta di pan brioche con patè di fegato di coniglio, riduzione di prugna, spinacino grigliato e salsa allo zafferano. Un piatto che testimonia come lo chef resti a suo agio anche quando è alle prese con ingredienti di grande personalità.

Il piccione dello chef Marco Lagrimino (ristorante L'Acciuga - Perugia)

Infine il petto di piccione, forse reminiscenza degli anni toscani dello chef e della sua esperienza chiantigiana. La versione che Marco ha portato a Perugia comprende lattuga grigliata, glassa all’arancia e un fondo di vermouth chinato: il piccione si accompagna a un pan brioche, patè di fegatini e coscia di piccione sfilettata.

Il dessert dello chef Marco Lagrimino (ristorante L'Acciuga - Perugia)

Chiudiamo con un dessert decisamente in linea con le precedenti portate, formato da una spuma d’aglione, gelato ai fiori di finocchietto, polline e crumble al mais. Un fine pasto dalle note vegetali, niente affatto “cioccolatoso”, mai troppo dolce. Anzi, gentile. Come gentile è la mano di Marco Lagrimino, salda al comando nel nuovo corso dell’Acciuga.

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Marco Gemelli
Marco Gemelli
Marco Gemelli, classe ’78, giornalista professionista dal 2007. Dopo anni come redattore ordinario al quotidiano Il Giornale della Toscana, dove si è occupato di cronaca bianca e nera, inchieste, scuola e università, economia, turismo, moda ed enogastronomia, è passato alla libera professione. Oggi collabora con diverse testate online e cartacee, tra cui Il Giornale, Forbes, l'Espresso, Wine & Travel. È membro della World Gourmet Society e dell’Associazione Stampa Enogastroagroalimentare Toscana (Aset), nonché corrispondente italiano per Lust Auf Italien.

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