Tre delle più antiche acetaie di Modena si rifanno il look: sono stati da poco inaugurati i musei aziendali di Giuseppe Giusti e di Mazzetti (con la botte più grande del mondo); restyling della sede anche per l’Aceto balsamico del Duca a Spilamberto
Visto da lontano sembra un mondo antico, fatto di tempi d’invecchiamento lunghissimi e di ritualità produttive che affondano le radici nel sedimentarsi di intere generazioni. Eppure anche nell’universo dell’aceto balsamico di Modena, ogni tanto, accade qualcosa di nuovo. Anzi, capita che nel giro di poche settimane siano addirittura tre le strutture tra le più antiche del panorama – Acetaia Giuseppe Giusti, l’Aceto del Duca e Mazzetti (Acetum) – a inaugurare nuovi spazi, sia per musei aziendali o per un restyling delle sedi storiche. Eccoli:
Nuovo Museo del Balsamico per l’Acetaia Giusti
A inizio ottobre taglio del nastro per il nuovo museo che ripercorre la storia del “Gran Deposito Aceto Balsamico di Giuseppe Giusti”, fondata a Modena nel 1605. La struttura, costata circa due milioni, si estende su una superficie di oltre 1.500 mq e si articola in tre differenti edifici: oltre al museo, sono state trasferite le antiche acetaie dell’azienda, con 600 botti centenarie, e creati nuovi spazi per l’accoglienza dei tanti visitatori, più di 20mila nel 2017 (di cui l’80% dall’estero) venuti a visitare l’azienda per conoscere tutti i segreti dell’oro nero di Modena.
“Questo museo – spiega Claudio Stefani, ad di Giusti – ripercorre la storia della nostra azienda e dei suoi aceti balsamici dal 1605 ad oggi. Siamo orgogliosi di offrire il nostro contributo al turismo enogastronomico e culturale che tanto sta crescendo in Emilia Romagna. Da tempo lavoriamo in rete con le tante eccellenze della regione: dalle altre produzioni enogastronomiche, ai motori, alla Casa Museo Luciano Pavarotti. Ampliare e arricchire l’offerta consentirà ai turisti di fermarsi più tempo nel nostro territorio, scoprendone così le innumerevoli ricchezze”.
All’interno del museo il visitatore è condotto in un viaggio lungo la storia d’Italia che si intreccia con i momenti vissuti dalla famiglia in oltre quattro secoli: il censimento del 1598, realizzato su ordine del duca Cesare d’Este dove compare per la prima volta la bottega Giusti; il riconoscimento ricevuto nel 1861, in occasione dell’unificazione d’Italia, durante l’Expo di Firenze; i diplomi europei, tra cui quello del 1889, durante l’Expo di Parigi quando venne inaugurata la Tour Eiffel. Senza tralasciare le prime etichette e i primi loghi realizzati, con approfondimento sulle tecniche di stampa di inizio Novecento.
Spilamberto, nuovo stabilimento per l’Aceto del Duca
Cambia volto, la sede più antica dell’Aceto Balsamico del Duca, a Spilamberto (Modena): l’azienda della famiglia Grosoli ha appena terminato i lavori di restyling dell’antica struttura – in parte ricavata in una fornace del sedicesimo secolo – che accoglie le centinaia di botticelle piene del pregiato Balsamico tradizionale. Giocato su un’illuminazione più moderna e sull’alternanza tra due tonalità di grigio e rosso, l’intervento ha consentito di ottimizzare gli spazi a disposizione dei visitatori e degli appassionati, che nelle nuove stanze potranno scoprire la storia dell’azienda e carpire i segreti della produzione su uno schermo, oppure concedersi una degustazione dell’oro nero Igp e Dop.
Non solo: nella sede rimodernata di via Medicine trovano posto, in apposite bacheche con drappi rossi, le testimonianze della storia commerciale della famiglia Grosoli, a partire dalla registrazione in Camera di Commercio, datata 1891, e dalla fotografia del fondatore, Adriano. “Siamo orgogliose di aver reso la nostra sede storica più moderna – spiegano Mariangela e Alessandra Grosoli, che gestiscono l’azienda insieme al padre Adriano, omonimo del capostipite – ma al tempo stesso fortemente legata al nostro passato”.
Acetum: da Mazzetti la botte più grande del mondo
La Acetum di Cavezzo (Ponte Motta) ha inaugurato la botte di aceto balsamico più grande del mondo. A Casa Mazzetti, il museo dell’oro nero di Modena, si potrà conoscerlo meglio e degustarlo camminando tra le 5600 botti e la maxi struttura in legno alta 8 metri e larga 7 che accoglie 2800 ettolitri di balsamico. Il nome? Hercules, come il potente personaggio mitologico greco. Hercules si trova nel museo dell’aceto balsamico che è stato realizzato nella storica sede di ponte Motta con la ristrutturazione post sisma. È grande più di 3mila metri quadrati e prevede cinque percorsi diversi alla scoperta di storia e produzione del balsamico, tra cui anche una simulazione della pigiatura del vino.