Diciamoci la verità: quando pensiamo a Gragnano il pensiero corre subito alla cittadina campana capitale italiana (e non solo…) della pasta secca. Eppure in Italia esiste un’altra Gragnano. Beh, in realtà ne esistono più d’una, di cui almeno un paio in Toscana. Ma le due Gragnano vocate al grano e alla pasta sono due, divise da quasi 750 chilometri. Da un lato la già citata Gragnano nel napoletano, dall’altra Gragnano Trebbiense nel piacentino.
Come ci ricorda Wikipedia, il toponimo Gragnano deriva con buona probabilità dal latino, in particolare dall’aggettivo granianus che deriverebbe o da Granius – nome di un possidente terriero di epoca romana i cui domini si estendevano in quello che sarebbe, poi, diventato il territorio gragnanese – e dalla presenza di campi di grano che, come protetti da una benedizione, fornivano produzioni abbondanti e di ottima qualità che rendevano necessario costruire ogni anno granai più capienti dove riporre il raccolto. Il nome Gragnano sarebbe quindi originato da grano e granai; secondo questa ipotesi sarebbe ascrivibile a questa motivazione anche la presenza di una spiga di grano all’interno dello stemma comunale.
A sostegno di questa seconda ipotesi c’è poi il fatto che Gragnano Trebbense ospiti una delle aziende più importanti in Italia nel campo del grano tenero e delle farine, quel Molino Dallagiovanna che rappresenta una scelta ambita da fornai, panificatori, pizzaioli, pasticceri e persino chef. Non a caso, è proprio sul suo territorio – e con l’obiettivo di celebrare il forte legame con il territorio, una delle wheat valley italiane – che di recente il Molino Dallagiovanna ha organizzato la prima edizione della “Festa dei Granai”. Un modo per chiamare addetti ai lavori e far loro conoscere le eccellenze di Gragnano e valorizzare l’attività degli agricoltori locali. “La Festa dei Granai” ha fatto da cornice anche alle attesissime finali nazionali di Pastry Bit Competition e Pizza Bit Competition, le gare che Molino Dallagiovanna ha ideato per i pasticceri e i pizzaioli professionisti con la collaborazione del Gambero Rosso. Nel primo caso si è imposto il romagnolo Luca Rubicondo, mentre a conquistare il titolo di Pizza Ambassador 2024 è stato l’abruzzese Luca Valle.