Sulle colline chiantigiane tra Arezzo e Siena il Casale di Grimoli è il luogo dove lo chef Giuseppe Lo Presti coltiva una cucina a cavallo tra le origini siciliane e il territorio rurale toscano
Da Messina al Chianti, per portare il pesce sulle colline tra Siena e Arezzo. La mission di Giuseppe Lo Presti – classe ’91, esperienze soprattutto in riva all’Arno – fa sì che tra un vigneto e uno scorcio da cartolina del Chiantishire trovi posto il più classico dei locali che non ti aspetti in un contesto rurale toscano.
In fondo – e le guide di settore lo sanno bene – non sempre l’eccellenza è lì sotto i nostri occhi, ma a volte va saputa cercare uscendo dagli schemi e dalle strade principali: ed ecco che il punto di forza del Casale di Grimoli sta tutto nella mano felice dello chef siciliano e nel suo rapporto con il territorio. Lasciata Firenze, Giuseppe Lo Presti si è spostato in Chianti per (ri)scoprire la tradizione locale e cercare l’equilibrio ideale tra la cucina “alta” del Relais Santa Croce o del Westin Excelsior e quella più popolare ma sincera del territorio.
Il menù del Casale di Grimoli, fortemente vocato ai piatti di mare, si caratterizza per un elevato tasso di complessità e per la scelta di sostituire la canonica partizione di antipasti, primi e secondi con una proposta legata all’ambito geografico di riferimento (spiaggia, colline, montagna, ecc…).
Altro elemento distintivo di Giuseppe Lo Presti è la sua capacità d trovare strade alternative con cui proporre preparazioni classiche, come il “Rossini” (qui non il filetto di manzo ma con la rana pescatrice) o il mojito, per l’occasione trasformato in antipasto (foto in basso).
E proprio da qui iniziamo, dal mojito formato da una tartare di mazzancolla, lime e menta su una scaloppa di paté di foie gras con caviale di aceto balsamico di Modena. Si tratta di uno dei piatti signature di Giuseppe Lo Presti, facile comprenderne il perché.
A seguire, lo chef propone una crema Parmentier aromatizzata all’arancia con gambero rosso e crumble di mais affumicato. Sul fronte della pasta fresca, interessanti le piramidi con ossobuco, crema di patate e porri più la sua demi glace (foto in alto). Oppure i tortelli con trippa alla fiorentina, triglia di fondale, mayonese homemade di datterino e nero di seppia.
Ma il punto che meglio evidenzia lo stile di Giuseppe Lo Presti è la già citata “Rana alla Rossini”: un filetto di rana pescatrice sfumato al Madeira, foie gras e tartufo del Casentino. Un piatto opulento, dalla spiccata aromaticità, in cui il vino liquoroso portoghese fa da filo conduttore mediando tra le personalità naturalmente “spigolose” di foie gras e tartufo.
Un’altra delle sorprese del Casale di Grimoli è poi il dessert, per l’occasione una variazione sul tema del fico d’India: cremoso, sorbetto e gel. Un dolce di testa e di cuore, di grande personalità e dal sapore convincente. La semplicità può dare risultati inusitati, delizioso poi il richiamo (volontario?) ai tentacoli del polpo, vago rimando alle origini siciliane dello chef.
Il viaggio fino a Grimoli non è breve, per quanto paesaggisticamente interessante, ma una visita al Casale di Grimoli è assolutamente consigliabile sia al viaggiatore gourmet (che si lascia guidare da Eurotoque o Michelin) sia a chi ha in programma una gita fuori porta. Anche perché i prezzi del menù degustazione (da 45 a 55 euro) sono del tutto concorrenziali.