venerdì 19 Aprile 2024
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Oleum Olivarum: a Castiglion Fiorentino torna Girolio 2019 (30 aprile – 1 maggio)

di Andrea Meneghel

  

Oleum Olivarum…. No, non si tratta di una formula magica da alchimisti seicenteschi, ma di uno fra i più noti e saporitamente diffusi prodotti della cultura gastronomica mediterranea. Protagonista in molte ricette della tradizione, immancabile sugli scaffali delle cucine, spesso purtroppo se ne sottovaluta la faticata provenienza agricola, mentre con quotidiana noncuranza lo facciamo scivolare copioso sui nostri piatti.

Nasce così, per affermare l’importanza storica e culturale oltre che culinaria del verde oro, l’iniziativa Girolio 2019, a cura dell’associazione nazionale “Città dell’Olio”. Il progetto, alla sua 10° edizione, intende nobilitare le peculiarità artigianali della produzione olivicola nostrana attraverso eventi a tema, mettendone in luce ora i vantaggi territoriali e paesaggistici, nonché turistici, ora le virtù organolettiche. Il Principe dei condimenti, trovando in questi giorni un temerario spazio da protagonista, ci permette di traguardare i suoi oleosi succhi per scoprirne origini, sapori e lavorazione.

Più che mai consono sarebbe ora tessere una descrizione dello scenario in cui si è svolta la prima miliare tappa del tour nazionale, se non temessi con le mie parole tentare la quiete del maestoso luogo. Oziosa, ma non sopita, fra le docili curve dei colli aretini si erge la roccaforte medievale di Castiglion Fiorentino, le cui vie vissute e vivaci si snodano in circolo attorno al municipio. Punto di osservazione privilegiato della vastità d’intorno è la Loggia del Vasari, attraverso i cui ampi portali soffia una brezza che con cavallino impeto trasporta i profumi della campagna fino al culmine della Torre del Cassero, monumento trecentesco sulla sommità del paese. Oltre alle bellezze storiche già citate, merita una visita la Pieve di San Giuliano e la Pinacoteca, ad ingresso gratuito, che si potrebbero trascurare solo a prezzo di rimorso.

In occasione dei due giorni dell’evento, 30 aprile e 1 maggio, la cittadina si è ornata di una selezione di artigiani locali, dai produttori di formaggio agli apicoltori, ciascuno col proprio banchetto, disponibili ad offrire al pubblico passante bucolici prodotti – non senza un piccolo saggio di degustazione! Non solo, poco prima di varcare le soglie del centro storico ci si può imbattere in un mercatino antiquario, contenuto ma gradevole.

Fra le personalità presenti alla manifestazione, il primo cittadino Mario Agnelli, rappresentanti degli enti di promozione territoriale, lo scultore Alberto Bruni, interprete di un personalissimo approccio figurativo alla pietra, e Vittorio Sgarbi, che ha tenuto una Lectio Magistralis dal titolo “La Bellezza dell’Olio” al Teatro comunale Mario Spina – piccola delizia dello stile italiano ottocentesco, decisamente meritevole di una visita con l’occasione del programma lirico dei prossimi giorni. Ebbene sì, anche l’ignea parola del critico ferrarese si è docilmente prestata, non senza la consueta eleganza espressiva e guizzi d’ironia, a narrare per testimonianze artistiche la considerazione plurimillenaria di cui ha goduto la palladia fronda, dagli antichi onori alle pregnanti iconografie cristiane, fino alla sua orgogliosa comparsa fra gli impressionisti e l’arte contemporanea.

Lasciamo pure che su altre mense si cospargano grassi cibi con superbe salse, finché avremo la ricchezza di una consapevole tradizione e la vicinanza quanto mai cara degli amici, il pingue frutto dell’ulivo sarà un più che bastevole accompagnamento sulle nostre tavole. Prima di lasciarvi, se è permesso alla mia modesta penna – o meglio dovrei dire tastiera – far risuonare le parole del sommo Poeta latino, vorrei affiancare un contrappunto lirico alle già lodevolmente presentate effigi artistiche:

Niuna a l’opposto è il coltivar l’ulivo
Fatica o studio, chè di falce o rastri
Ei bisogno non ha. Poichè nel suolo
Ferme piantò le sue radici, e l’aria
A soffrir s’avvezzò, la terra stessa
Smossagli intorno co l’adunca zappa,
O dal vomero aperta umore al tronco,
E frutti in copia somministra a i rami.
E tu, però, se saggio sei, provvedi,
Che nè tuoi campi numeroso alligni
Questo caro a la pace arbor fecondo.

(Publio Vergilio Marone, Georgiche II, vv 651-661, trad. Clemente Bondi)

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