A volte, soprattutto fuori dalle grandi città, il modo migliore per scoprire posti nuovi è uscire dalla propria comfort zone e provare a scrollarsi di dosso la tranquillizzante garanzia degli indirizzi di fama già consolidata. È ciò che nel territorio di Colle Val d’Elsa, feudo di Gaetano Trovato e del suo Arnolfo, ad esempio, ci ha portato a imbatterci in ristoranti come Il Frantoio di Jacopo Pereira. Ed è lo stesso percorso che sul versante della pizza ci ha mostrato l’esistenza di indirizzi degni di nota, oltre a campioni come Stefano Canosci e al suo pluripremiato Chicco.
È il caso di del Pomod’oro Gourmet, che sorge in uno degli angoli più suggestivi e appartati della parte alta di Colle Val d’Elsa, in una posizione strategica, sul bastione di Sapìa (che prende il nome dalla nobildonna senese citata nell’VIII Canto del Purgatorio di Dante) da cui si gode di una vista notevole. Nonostante sia affiancata da un’offerta di ristorazione tout court, il prodotto principale è la pizza, affidata alle mani del maestro pizzaiolo Antonio De Luca, originario di Poggibonsi e formatosi alla corte di Berberè.
Proprio dalla scuola della catena dei fratelli Aloe e dal conseguente mantra della condivisione (tanto che la definimmo una “terza via” della pizza tra la napoletana e la romana), Antonio ha attinto e mantenuto la caratteristica di presentare al tavolo la pizza già divisa in spicchi, facendo sì che ognuno di essi contenga tutti gli ingredienti. La differenza rispetto alla formula di Berberè sta nel passaggio a una scelta di materie prime e di accostamenti più aperta alle sperimentazioni.
Ecco quindi pizze gourmet in cui protagonisti sono di volta in volta il fagiolo zolfino e la cicoria, oppure altre in cui la ricotta si accompagna al drangoncello, al lardo e al tartufo. Insieme alle pizze classiche – dove pure non mancano varianti come l’Aglione (polpa di pomodoro, pomodorini secchi e aglione) – e a quelle con ingredienti stagionali (da 12,50 a 14 euro), il menù del Pomod’oro Gourmet oscilla tra la “Dante” (Fiordilatte, burrata, lardo di Colonnata, mousse di tartufo, finferli, uova di quaglia) e la “Giotto” (Fiordilatte, burrata, porro sautè, scampi e loro bisque, uova di lompo rosse, ciliegino giallo e foglia oro 24k) a prezzi più importanti, da 18 a 39 euro.
La fantasia di Antonio De Luca si traduce poi in una serie di pizze gastronomiche come la “Arnolfo” nella foto in alto (Fiordilatte, burrata, cacio, pere al Chianti e cannella, cavolo nero alla salvia e pepe nero) o temerarie come la “Michelangelo” (Fiordilatte, burrata, scarmorza affumicata, salmone norvegese fumè, ananas e lampone), fino alla “Caterina de’ Medici” (Fiordilatte, burrat, gamberi rossi di Mazara del Vallo, purea morbida di peperone giallo, tartare di granchio, porro, datterino confit, bisque di gamberi e nocciola).
Tanto lavoro su ingredienti e accostamenti, quindi, ma anche sugli impasti, disponibili con farine diverse e col carbone vegetale. Ecco perché anche la parte ristorativa segue lo stesso canovaccio. A completare l’offerta, una carta dei vini e delle birre che non delude, anche perché se il panorama della terrazza è mozzafiato, la sala al piano interrato – con le antiche volte medievali – è il luogo ideale per una cena circondati da etichette di buon livello, sia toscane che nazionali, passando per alcune birre artigianali e una buona selezione di champagne.
Insomma, per chi cerca una pizza contemporanea fuori dai classici circuiti – così come per i turisti che vi si imbattono in cerca di un’alternativa alla cucina tradizionale – il Pomod’Oro Gourmet è quasi un’epifania: al di là della già citata terrazza panoramica, gli interni di foggia moderna e accogliente alternano maestose travi in legno e volte a crociera. L’arredamento è affidato a tavoli artistici con “mise en place” essenziale, lampade di design e poltrone dalle forme stravaganti in velluto rosso e note floreali.