giovedì 28 Marzo 2024
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Del gelato, della correttezza e del tempismo

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Nello stesso fine settimana – quello in corso – a Firenze si è verificata la convergenza di diversi appuntamenti enogastronomici, in primis quelli dedicati al vino  (il WineTown) e al gelato, con l’omonimo Festival. Su quest’ultima manifestazione sono stati versati fiumi d’inchiostro, dopo la contestata decisione del sindaco Matteo Renzi di ridurre le giornate della kermesse dalle dieci inizialmente previste (dal 17 al 26 maggio) a sole tre, quindi fino a domani.

Ineccepibili le motivazioni del sindaco: ”Abbiamo autorizzato il Festival del Gelato esattamente come gli altri anni, non si può dare a un privato per metà mese di maggio le principali piazze della città.  Si dà il weekend, perché si è già  fatto in passato, probabilmente risolveremo il problema dal prossimo anno quando, se avranno bisogno di un po’ più di tempo, lo potranno avere alle Cascine”. In buona sostanza, la motivazione di Matteo Renzi è una: un conto è il business degli imprenditori che organizzano la manifestazione, un altro la promozione della città. Una posizione ineccepibile, considerato anche che nelle altre città in cui il Festival del Gelato si svolge, dura un weekend. Peccato che anziché dire queste cose al momento giusto, qualche mese fa – quando cioè le manifestazioni di tale respiro vengono concordate, programmate e i relativi i permessi richiesti alle autorità – l’amministrazione comunale abbia ritenuto di dare lo stop a due giorni dal via del Festival del gelato.

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Nei guai sono inevitabilmente finiti gli organizzatori del festival, guidati dagli imprenditori Gabriele Poli, che avevano già firmato contratti con aziende partecipanti e sponsor. Adesso, dopo la seduta di giunta in cui Renzi ha rottamato il festival, gli organizzatori (quelli che ideano il progetto, lo portano avanti, cercano sponsor, ecc…) c’è da fare i conti con un pesante danno economico. Non solo perché il numero di persone che orbita intorno al Festival sarà decisamente minore del previsto, ma anche perché i gelatieri le ditte hanno firmato accordi, prenotato alberghi, affittato gli stand, incaricato personale per allestirli e così via.

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Dove si è inceppato il meccanismo? Possibile che il sindaco si sia accorto solo 60 ore prima dell’inizio della kermesse che il Festival del gelato sarebbe durato dieci giorni? Ci piace pensare che negli ultimi mesi in Palazzo Vecchio siano arrivate notizie su ciò che sarebbe successo dal 17 maggio in poi, e che qualcuno a suo tempo abbia garantito per il corretto svolgimento della manifestazione. Se lo ha fatto formalmente, gli organizzatori avranno tempo e modo di far valere le proprie ragioni in tribunale. Se l’ok è stato dato da qualcuno in via informale, salvo poi fare i conti con l’ira funesta di Matteo Renzi, non dovrebbero essere gli organizzatori del Festival a dover restare col cerino in mano…

Chi ne guadagna, da questa situazione? Non gli organizzatori, abbiamo detto. Non il sindaco, che passa per colui che prima autorizza – lui o di per lui, qualcuno avrà pur firmato qualche pezzo di carta… – e poi riduce i giorni del Festival. Chi ne perde? Tutti.

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