sabato 20 Aprile 2024
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Eataly Firenze non rinnova i contratti: due giorni di sciopero

A meno di un anno dall’apertura, Eataly Firenze fa i conti con le prime agitazioni del personale. Secondo quanto sostengono i lavoratori, infatti, il colosso di Oscar Farinetti non avrebbe rinnovato il contratto a circa la metà degli impiegati. I quali, di conseguenza, hanno indetto due giorni di sciopero.

Eataly Firenze  Quando Eataly Firenze ha aperto i battenti, il 14 dicembre, su questo sito mettemmo in guardia sui facili entusiasmi di chi vedeva il colosso di Oscar Farinetti destinato a un trionfo a tavolino, un successo a prescindere, senza nemmeno confrontarsi con il mercato e i problemi di chi gestisce un’azienda a Firenze. Senza alcun disfattismo ma con una buona dose di pragmatismo, richiamammo l’attenzione su alcuni aspetti, non ultimo la retribuzione – non certo elevatissima – dei dipendenti e dei giovani contrattualizzati, in totale circa 120 persone. Quando i cancelli di via Martelli si aprirono qualcuno dal palco pose l’accento con enfasi sulla creazione di posti di lavoro, e in fondo è vero. Peccato che di quei posti, almeno la metà rischia di andare perduta.

Eataly Firenze

Tanto che i dipendenti di Eataly Firenze hanno deciso di indire due giorni di sciopero, il 30 e 31 agosto. Lo hanno fatto insieme a una lettera aperta, in conseguenza del loro “licenziamento”, o – più formalmente – al non rinnovo del contratto. Gli impiegati contestano più che altro il metodo, soprattutto perché tra i punti del manifesto di Eataly si parla di “stare in armonia con le persone”, “saper ascoltare”, “il denaro è un mezzo e non un fine” o “le persone sono di gran lunga più importanti delle cose”. Certo, magari bisognava aggiungere QUALI persone e chiarire se quelle che stanno dall’altra parte del bancone sono incluse o meno.

Firenze: inaugurazione Eataly

“Eataly Firenze – spiegano i lavoratori – non ha mai conosciuto un’assemblea aziendale, mai e sotto nessuna forma. L’ultima volta che siamo stati tutte e tutti nella stessa stanza è stato il primo giorno di lavoro. Ricordiamo come siamo stati informati, tra una nozione di sicurezza antincendio e una di normative Haccp, del fatto che, appena possibile, avremmo avuto anche la possibilità di darci una rappresentanza sindacale. Ma se non sono previste assemblee aziendali, figuriamoci assemblee sindacali. Eppure, di motivi per riunirci, l’azienda ne avrebbe in quantità: informarci dei cambiamenti in atto, renderci partecipi delle scelte riguardarti il personale, comunicarci anche sinteticamente il progetto dell’azienda e così via. Non è normale infatti che un azienda, un’azienda fiorente ed in piena espansione, conti all’inaugurazione oltre 120 dipendenti e che, a meno di un anno dall’apertura, ne conti la metà. Su questo drastico taglio nessuna spiegazione è stata data a noi lavoratori. Né sui motivi per cui si debba venire a sapere dei turni settimanali con sole 24 ore di preavviso, né su tanti altri cambiamenti che si sono susseguiti da quel 14 dicembre 2013 ad oggi”.

Per tutto ciò i dipendenti hanno deciso di convocare uno sciopero “per richiedere il ripristino delle condizioni di una sana relazione tra azienda e lavoratori, tramite una rappresentanza sindacale che possa evidenziare le numerose problematiche riguardanti le condizioni di lavoro e l’organizzazione dei turni, e soprattutto per difendere il diritto ad un lavoro che sia dignitoso”. Insieme allo sciopero, i dipendenti di Eataly lanciano una serie di rivendicazioni: “Perché il negozio di Firenze, aperto con 120 dipendenti, ora ne conta solo una sessantina? Perché si sta contraendo sempre di più il personale, costringendo talvolta a turni estenuanti i colleghi che si trovano a dover coprire il lavoro (che non manca!) dei dipendenti espulsi, mentre in altri reparti non si concede un’ora di straordinario neanche a chi la richiede?”

Eataly Firenze

Solo nell’ultimo mese accanto al nome di 13 dipendenti è stato scritto “OUT”. Cioè 13 persone sono state lasciate, senza troppi fronzoli, senza lavoro. “Abbiamo il diritto di sapere in che direzione va la nostra azienda, ce lo abbiamo in quanto dipendenti, ma ancora di più ce lo abbiamo se vediamo negato il nostro diritto di lavorare. Purtroppo alle continue richieste l’azienda ha sempre risposto freddamente e duramente, rifiutandosi non solo di convocare un’assemblea aperta a tutte e tutti i dipendenti così da avere risposte sul nostro futuro e, magari, potere anche dire la nostra, ma per di più la notizia del mancato rinnovo ci è stata fatta pervenire tramite i responsabili di reparto”.

La speranza, naturalmente, è che la situazione possa normalizzarsi e che il management di Eataly Firenze – magari rifacendo i conti – possa tornare a regime con 120 unità di personale.

AGGIORNAMENTO (3 SETTEMBRE):

Intesa tra Cgil e Eataly per avviare un percorso di stabilizzazione dei circa 100 precari che lavorano nello store fiorentino della catena. Ad annunciarla, definendo l’accordo «soddisfacente», sono stati Massimiliano Bianchi della Filcams e Alessio Branciamore di Nidil, che hanno siglato l’intesa con l’ad della catena, Francesco Farinetti, nel capoluogo toscano.

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